Sandro Pertini e le Istituzioni
«Adesso so che le
conseguenze di ogni
mio atto si rifletteranno
sullo Stato, sulla
nazione intera»
Sandro Pertini
Sandro Pertini, è stato un uomo dalla grande coscienza politica. Il suo pensiero anticipava i tempi, e lo dimostrano le sue affermazioni sia su cosa intendesse per democrazia, sia sui diritti umani che dell’ Unione Europea al suo primo stadio.
Sandro Pertini: la democrazia e l’Europa
Il 9 luglio del ’78, nel suo discorso dopo la nomina a presidente della Repubblica, disse “Adesso so che le conseguenze di ogni mio atto si rifletteranno sullo Stato, sulla nazione intera”. Dal suo punto di vista una democrazia nella giusta accezione del termine, si basa sul libero confronto e contrasto delle opinioni, perché solo da questo possono nascere le idee, ed è in questa atmosfera che dovrebbe lavorare il Parlamento. A suo giudizio il Parlamento trova radici nella polis greca e nel Senato dell’antica Roma.
L’uomo e la politica
L’uomo, da sempre animale sociale, come scrisse Aristotele nella sua Politica, partecipa attivamente a ciò che lo riguarda, perché vuole essere il padrone del suo destino, desiderio sancito anche in modo imprescindibile dagli articoli 48-49-50 della Costituzione. Quest’ultimo specialmente stabilisce che attraverso delle petizioni, i cittadini possono chiedere alla Camera provvedimenti circa un determinato argomento.
Pertini, in virtù di quanto sopra citato, voleva un Parlamento in cui tutti fossero liberi di esprimere la propria opinione, esattamente come lo erano i senatori, perché il compito della politica è quello di ascoltare ogni voce, anche le più critiche, perché sarebbe “presunzione respingerle considerandole qualunquistiche”. Era il 1968 quando fece queste affermazioni. Il clima socioculturale del tempo era agitato dai movimenti degli studenti e degli operai, che volevano risposte ed azioni da chi li rappresentava, tanto da trovare partecipe del clima di insoddisfazione generale anche i partiti Comunista e Socialista, di cui lo stesso Pertini era un componente.
Nella sua accezione, l’Europa sarebbe dovuta diventare una grande nazione federale composta di Stati, esattamente come la Svizzera è composta di cantoni, “libera dai nazionalismi, retta da un Parlamento con larghi poteri e da un Governo che decide a maggioranza”. Anticamera della futura Unione Europea, l’Europa a cui Pertini si riferisce, è sulla via dell’unificazione con il Parlamento Europeo, ad un anno dall’ essere eletto per suffragio diretto, e compito del Governo italiano avrebbe dovuto essere quello di inserire sempre più il Paese all’interno della comunità.
Sandro Pertini e i diritti umani
Considerava inalienabili i diritti umani e la Carta che li rappresenta. Era per il disarmo totale ma controllato, voleva l’abolizione delle dittature presenti ancora in alcuni paesi. Affascinato dalle parole del Presidente Roosevelt, pronunciate al Congresso degli Stati Uniti nell’inverno del 1944, ancora in piena Seconda Guerra Mondiale, le condivideva perché specchio di qualsiasi paese che in quel momento stesse combattendo per la propria libertà e sopravvivenza. Una frase in particolar modo gli rimase impressa “Gli uomini bisognosi non sono uomini liberi”, perché dove c’è una dittatura, ci sono la fame e la povertà.
Nel 1953 il Partito Socialista fu mediatore nel dialogo fra Est ed Ovest, impegnandosi in prima battuta affinché i capi di Stato trovassero un punto di incontro, scontrandosi anche col partito democristiano alla guida del Governo in quel periodo.
L’onestà della politica
La Carta dei Diritti Umani, la Commissione europea, la Convenzione sono il frutto di un lungo processo di evoluzione non solo dell’ uomo, ma dell’ intera società, e affondano, secondo Pertini, le radici sia nell’Illuminismo, progresso economico e politico; che nella Rivoluzione Francese, i cui principi di fraternità, legalità ed uguaglianza, dovrebbero essere i pilastri su cui dovrebbe poggiare l’ operato di ogni rappresentante del popolo, perché “per fare politica bisogna avere le mani pulite”.
Una buona classe politica dovrebbe innanzitutto essere onesta, non solo verso se stessa ma soprattutto verso chi l’ ha eletta. Alla luce delle sue convinzioni, cosa avrebbe pensato dell’attuale politica? “Intendo essere solo il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani, fratello a tutti nell’ amore di patria e nell’ aspirazione costante alla libertà e alla giustizia. Onorevoli senatori, onorevoli deputati, signori delegati regionali, viva l’Italia!”. Ecco come Pertini presidente terminò il suo discorso di insediamento.
Editoriale di Antonino Gasparo