Imponderabilità della vita, narcisismo e noir nel romanzo del medico Massimo L’Andolina
Un professionista di grande esperienza ha indossato le vesti di autore senza dismettere il camice
Il suo primo romanzo intitolato “Viaggio a Leningrado” narra la storia di un narcisista patologico atipico
Massimo L’Andolina è un medico chirurgo assai stimato presso l’Ospedale di Tropea dove gestisce da anni l’ambulatorio di Reumatologia che rappresenta un punto di eccellenza della sanità calabrese. Nato a Parghelia, piccolo Comune della provincia di Vibo Valentia posto sul Tirreno, ha compiuto gli studi medici presso l’Università di Pavia specializzandosi poi in Neurologia presso l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro. Egli, dopo essersi cimentato nella realizzazione di commedie in vernacolo ambientate nel passato rurale della Calabria e di un dramma sulla Passione di Cristo, ha pubblicato quest’anno l’opera “Viaggio a Leningrado” per i tipi della Protos Edizioni. Ho deciso di intervistarlo per comprendere meglio l’esigenza artistica che lo ha ispirato per la realizzazione di questo libro.
M.G.: Egregio Dott. L’Andolina, il suo romanzo è un noir, ma l’atmosfera del racconto si richiama espressamente alla letteratura mitteleuropea e russa. Inoltre, il protagonista è quello che le cronache odierne identificano come “narcisista patologico”, tuttavia lo è in maniera atipica. Qual è la chiave di lettura di questo romanzo?
M.L.A.: La chiave di lettura del racconto “Viaggio a Leningrado” non deve essere ricercata in unica espressione psico-letteraria. Il racconto insiste su diversi aspetti, alcuni drammaticamente attuali, riconducibili magari ad una sola chiave di lettura che potrebbe essere intesa come l’imprevedibilità della vita ma soprattutto del comportamento umano in funzione ai molteplici stimoli, positivi e negativi che la vita ci riserva e che hanno un impatto spesso imprevedibile sulla nostra personalità. Nella fattispecie, la violenza, la sofferenza, l’amore, la musica determinano effetti diversi sui diversi personaggi che rispondono a quei stimoli in base alla loro struttura psico-culturale.
M.G.: Il tema del narcisismo patologico è oggi associato anche a pratiche di violenza maschile nei confronti del genere femminile. Al contrario il protagonista del romanzo non è violento e sembra convinto della bontà del proprio comportamento. Qual è la relazione tra realtà e finzione in questo romanzo?
M.L.A.: C’è da precisare che spesso il narcisista appare come una persona assolutamente normale e di successo e che le sfumature che possono tradirlo non sono comprensibili a tutti e subito evidenziabili. Il personaggio chiave del romanzo è Saverio che appare quasi sin da subito come un personaggio insolito; incostante, superficiale che tradisce per un attimo la totale mancanza di empatia nei confronti di Alicia proprio nel momento in cui Alicia stessa gli confessa il vero motivo della sua insanabile sofferenza. Alicia avverte subito la distanza di Saverio dal suo dolore ma lui immediatamente la convince del contrario rifugiandosi nella menzogna. Il narcisismo si può manifestare con molteplici sfaccettature che vanno dalla autostima fisiologica (sano narcisismo) e alla ipersensibilità, al masochismo, al sadismo, nella totale assenza di empatia, e quindi alla violenza verso gli altri e se stessi in un contorno di autostima ipertrofica. In pratica nello stesso soggetto il narcisismo patologico si può manifestare con due personalità tra loro diverse ognuna delle quali può prendere il sopravvento sulla base di processi stimolatori; emozioni, stress, traumi o anche sull’ auto-convincimento di non essere considerato dagli altri quanto vale e quindi vittima di denigrazioni o svalutazioni delle proprie qualità superiori oppure vengono vissuti con risvolti fortemente drammatici soprattutto in soggetti con personalità paranoica o schizoide. Da sottolineare che in alcuni soggetti l’egocentrismo e il bisogno di essere continuamente elogiati o ammirati sfocia in atteggiamenti autoesaltanti e marcatamente sessualizzati. Quindi la relazione tra realtà e finzione in questo romanzo è la malattia.
M.G.: La vicenda è ambientata in una cornice storica di metaforico “crollo” rappresentato dal contrasto tra la fine del socialismo reale e la serenità di Tropea. D’altra parte vi è la stimolazione uditiva data dalle opere musicali citate. Quali sono le esigenze artistiche o autobiografiche che hanno ispirato questo romanzo?
M.L.A.: Credo che in realtà di crolli ce ne siano diversi che hanno in comune come dicevo prima l’imprevedibilità della vita o se preferisce della Storia della vita degli uomini intesa come singoli o come pluralità. La caduta del comunismo scientifico che ha interessato il mondo intero; il dramma vissuto da Alicia, tradita da un suo amico, quello vissuto da Saverio nascosto anche a se stesso e infine le poche certezze di Nadia drammaticamente svanite. Di autobiografico in “sensu scricto” c’è poco, c’è molto invece dell’amore verso la Storia e la Letteratura russa e verso la Musica. Musica che forse e la vera e silenziosa protagonista del romanzo che in modo diverso traccia e determina, nel bene e nel male il destino di tutti e tre i personaggi.
M.G.: Quali sono secondo lei gli ostacoli che incontra oggi uno scrittore emergente, talentuoso e portatore di contenuti originali nell’ottenere il meritato riconoscimento o nell’affermarsi nel mercato?
M.L.A.: Gli ostacoli sono diversi e molteplici. In primis la triste realtà data dal fatto che purtroppo l’Italia è un Paese che legge poco e questo pregiudica anche le scelte delle case editrici che trovano difficoltà a pubblicare gli scritti di un illustre sconosciuto quale io sono. Un altro ostacolo è l’autopubblicazione. La casa editrice pubblica se tu paghi. In questo “tranello” c’è cascato anche Ippolito Nievo e questo può essere consolante ma, a mio avviso, è una condizione umiliante e deprimente. Infine le scelte di molte case editrici che spesso puntano su pubblicazioni di personaggi famosi in altri settori dell’Arte, molti dei quali si rivelano poi dei flop e che comunque non danno nessun contributo alla Letteratura.