Sir Keir Starmer fa i conti con una Patria poco tollerante

Sir Keir Starmer fa i conti con una Patria poco tollerante

I Tories sono stati battuti ma hanno lasciato un Paese impoverito mentre i Labourists hanno il duro compito di far bene senza farsi odiare troppo dai propri cittadini

Il nuovo Governo laburista si trova a risolvere molti problemi interni che hanno impoverito le finanze ed il tessuto sociale britannico, la politica che Sir Starmer rischia di risultare impopolare, dopotutto che c’è del marcio nel Regno Unito

Dopo la schiacciante vittoria laburista sul suolo dei sudditi di Sua Maestà Carlo III, i festeggiamenti per il ritorno, decisamente tanto atteso, dei “rossi” in Parlamento si sta già progressivamente esaurendo lasciando spazio ad una serie di problemi, di variabile entità, che stanno devastando il Paese.

foto di paulbloch da Pixabay

Il nuovo Premier britannico Sir Keir Starmer ha preso posto ufficialmente a Downing Street il 4 luglio scorso ed ha formato un governo a forte spinta femminile (11 ministre su un totale di 25), con anche una grande percentuale degli stessi ministri formatisi accademicamente in università pubbliche, in netta opposizione alla schiacciante percentuale di università private del precedente Governo Tory.

Già dalle prime battute, i Labourists sembrano davvero interessati alle classi più povere e disagiate, e risultano meno arroccati nel benessere rispetto ai predecessori, ma questa attitudine non li ha risparmiati dal finire sotto la lente di ingrandimento della critica per un presunto compenso troppo generoso fornito alla capa staff del Premier, Sue Gray, che guadagnerebbe più dello stesso Starmer.

Sir Keir è certamente conscio di dover fronteggiare una situazione nazionale davvero molto critica, determinata da una serie di decisioni politiche pregresse che hanno indebolito il Regno di Sua Maestà: il problema Covid, la Brexit e la maggiore tassazione per via dei dazi doganali, l’aumento della disoccupazione, oltre ad un aumento di clandestini provenienti dal suolo francese ecc. hanno generato molto malcontento sul quale ha fatto presa il populismo di destra (e, soprattutto, di estrema destra).

L’Inghilterra è finita sotto scacco di una serie di proteste molto violente e dai tratti alquanto razzisti e conservatori, un’ondata di intolleranza che ha iniziato a macchiare le strade britanniche con rabbia e malcontento. In svariate zone e città del Paese ci sono state proteste (anche estremamente violente) che vengono giustificate – da coloro che le hanno commesse – come conseguenza all’accoltellamento di tre bambine (durante una festa da ballo) per mano di un diciassettenne di origine musulmana a Southport, vicino Liverpool. Il fatto di cronaca, dopo aver subito una serie di falsificazioni da parte di alcuni media, ha iniziato a circolare ed ingigantirsi, generando un odio sproporzionato verso la comunità musulmana presente nel Regno Unito (forti proteste si sono verificate anche nell’Irlanda del Nord).

Ciò che il Premier Starmer ha deciso di fare è di operare una stretta giudiziaria su queste persone e su chiunque compia atti di violenza a persone e cose, promettendo l’inserimento immediato di una grande quantità di poliziotti specializzati ai quali affidare la sicurezza delle città e dei centri abitati e sembra aver già permesso l’arresto di 370 persone – in circa una settimana – ma c’è chi dice che questo non basta o che, comunque, è una strada che è stata percorsa tardi.

foto di shevi7 da Pixabay

La situazione, in realtà, appare molto più oscura di ciò che sembra; va detto, infatti, che questi episodi prodotti dall’estrema destra si sono fatti sempre più frequenti e minacciosi, ne è un esempio simbolico il blocco violento al traffico automobilistico realizzato a Middlesbrough nel North Yorkshire dove un gruppo corposo estremisti sono arrivati a fermare le auto per strada e chiedendo se ci fossero bianchi ed inglesi, prima di farli passare. L’Inghilterra si è svegliata in un clima di profonda intolleranza che nemmeno la precedente “fuga” dei non residenti operata dalla Brexit sembra aver allentato mentre i partiti conservatori e nazionalisti pare non riescano ad accettare un cambio di leadership a Downing Street.

Ci sono delusi anche tra chi, invece, sperava in un cambio di rotta sulla Brexit, con un ritorno nella Comunità Economica Europea, e che ha dovuto ricredersi giacché sembra non ci possa essere un ripensamento.

Dal palco di Liverpool, Sir Kier Starmer Starmer ha suggerito in modo chiaro che saranno necessari aumenti delle imposte per migliorare i servizi pubblici, affermando che dovranno essere “equi”, ossia che i più ricchi dovranno contribuire di più. In risposta una grande quantità di super ricchi sta già abbandonando il Paese ma la linea laburista sembra essere decisa a perseguire una linea egalitaria che vedrà i suoi benefici sul medio-lungo termine. God Save the Queen, anzi the Labourists!

Condividi:

Ludovica Cassano