Legge(re) in crisi
La legge sulla lettura divide il mondo editoriale
Sconti al 5%, “Carta della cultura”, Albo delle librerie di qualità”, ma il blocco delle attività vanifica i fattori positivi
«Diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Nazione, e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura».
Questo recita il punto 3, art. 2, della legge sulla lettura (ddl 1421) entrata in vigore il 25 marzo 2020. Il disegno di legge ha apportato modifiche sostanziali al mercato del libro: dall’istituzione di un “Albo delle librerie di qualità” (art. 9) e della “Capitale italiana del libro”, agli investimenti economici per il coinvolgimento di scuole e biblioteche in attività di promozione della lettura, a una “Carta della cultura” pari a 100€ per sovvenzionare nuclei familiari e cittadini economicamente svantaggiati, fino all’articolo che fissa il tetto massimo di sconto al 5%, con l’eccezione di una volta l’anno in cui sono previsti sconti fino al 20% (possibilità non valida per le strenne di dicembre).
La misura, che va a sostituire la precedente Legge Levi (ddl 27 luglio 2011), è stata fortemente voluta dall’Associazione Librai Italiani (ALI) e dall’Associazione degli Editori Indipendenti (ADEI) per contrastare la crisi delle librerie e il fenomeno degli “sconti selvaggi”, una meccanica che pone in seria difficoltà le piccole e medie case editrici e le librerie indipendenti.
Si sono visti interfacciarsi pareri contrastanti, primo fra tutti quello di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori, che richiede: «misure di sostegno alla domanda, prime tra tutte il rafforzamento della 18App, la carta cultura per i diciottenni, e la detrazione fiscale per l’acquisto di libri». Le argomentazioni sono relative alla necessità di tempo per adeguare la filiera al mutare del settore produttivo e al bisogno di sostenere i consumatori che si vedono privati del sostegno economico per l’accesso alla cultura e di uno sconto consistente.
Dubbi e perplessità non sono estranei neanche alle frange a favore. Il presidente dell’ALI, Paolo Ambrosini, ha affermato che il: «un risultato importante (…) rischia di essere vanificato nei suoi effetti per il blocco delle nostre attività», riferendosi all’emergenza Covid-19, che ha messo in grave difficoltà la filiera editoriale.
La perdita di fatturato nel mondo del libro, secondo l’indagine AIE del 26 maggio, in collaborazione con Nielsen e Informazioni Editoriali, è stata di circa 134 milioni di euro, nella varia. Per quanto riguarda le librerie, solo nelle settimane del lockdown le perdite sono state complessivamente dell’85%.
Nonostante i 40 milioni del Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali, contenuto del Decreto Rilancio, destinati a librerie e biblioteche pubbliche, l’ALI e l’AIE, nella persona di Levi, hanno richiesto l’istituzione di una carta per gli acquisti destinata alle famiglie con bambini all’inizio del percorso scolastico, in quanto: «Tale misura permette di far fronte all’emergenza e, allo stesso tempo, costruire le basi per una politica a sostegno della lettura che ancora manca nel nostro Paese. (…) Grazie alla carta per gli acquisti avrebbero immediato e diretto sollievo anche gli editori che, in assenza di questo intervento, dovrebbero comunque ricevere un sostegno specifico da parte del Governo per far fronte a questo momento drammatico. A sottolineare la gravità del colpo subito da tutta l’editoria, basti ricordare che i tre quarti dei piccoli e medi editori non escludono la chiusura delle attività già quest’anno».