Via al turismo in Italia, tra incertezza e speranza
In viaggio col Bonus Vacanza
Il Presidente di Federturismo ci racconta come ripartirà la stagione estiva
“La ripartenza si preannuncia difficile per tutti”. Così Marina Lalli, Presidente di Federturismo, prevede la ripresa del turismo in Italia dopo l’emergenza sanitaria Covid-19 che ha costretto tutte le strutture ricettive a chiudere e a sospendere la loro attività. Le conseguenze sono state letali per tutti i settori, ma il terziario, in particolare, è quello che in questo periodo dell’anno soffre maggiormente. All’alba della stagione estiva, che scandisce il suo inizio nel mese di maggio, molte sono le strutture tra alberghi, camping, ristoranti, discoteche, centri termali e club che aprono con ritardo o che rimanderanno le inaugurazioni stagionali all’anno prossimo, dunque molte sono le incertezze circa il flusso di turisti e clienti.
Dubbi accresciuti anche dal ritardo delle aperture delle frontiere sia in entrata che in uscita, che riduce drasticamente il commercio estero e quindi anche il fatturato. Tuttavia, il Governo con il Decreto Rilancio si attiva per dare una mano a turisti e albergatori, stanziando un bonus di 500 euro da utilizzare in territorio italiano fino al 31 dicembre. L’importo è modulato in base alle persone presenti nel nucleo familiare ed è destinato ai cittadini con ISEE inferiore ai 40 mila euro. Un aiuto, il bonus vacanze, per le strutture ricettive, nonostante non soddisfi proprio tutti i lavoratori del settore in quanto le multinazionali dell’intermediazione e della prenotazione di alloggi e camere come Airbnb e Booking non sono state incluse nell’utilizzo del bonus, lasciando malcontento presso questa categoria. Ma la domanda che ci si pone e se questo bonus sarà sufficiente a far ripartire il settore turistico. A questo proposito Marina Lalli espone il punto di vista della filiera dell’industria turistica.
Presidente, avete pensato a qualche strategia per rilanciare l’offerta turistica nel nostro Paese?
Un primo aspetto su cui concentrare l’attenzione è la sicurezza di un paese, fondamentale per un turista. Quindi è importante comunicare che l’indice di contagi è sotto controllo e dare una percezione di efficienza del proprio sistema sanitario. Una volta chiarito questo, per evitare che i turisti prendano altre strade, è necessario quanto prima pensare a una forte campagna di comunicazione orientata al digitale e strutturare un grande lavoro di promozione integrato su turismo e cultura come fattori trainanti per la ripresa anche del Made in Italy, attraverso la realizzazione di una piattaforma italiana per la promozione del turismo nel mondo, cercando di massimizzare gli sforzi per l’aggregazione dell’offerta.
Per venire incontro al settore turistico il Governo, oltre agli ammortizzatori per i dipendenti, ha sospeso alcuni sgravi fiscali per le varie strutture. Pensa ci sia bisogno di un altro tipo di sovvenzione nei confronti del settore? E se sì, quali?
Nel Decreto Rilancio ci saremmo aspettati interventi più concreti e misure di sostegno sostanziose per un‘industria che rappresenta il motore economico di intere regioni del nostro Paese. Occorrono finanziamenti immediati a fondo perduto e un aiuto forte alla fiscalità con lo stralcio delle tasse, TARI, IMU di concessione per l’intero anno e un credito d’imposta per i prossimi tre anni sul 50% della perdita del fatturato 2020. Allo stesso tempo abbiamo chiesto la detassazione totale del costo del lavoro per i dipendenti stagionali e parziale per i dipendenti fissi.
Il Bonus Vacanze, previsto fino al 31/12/2020, è un aiuto importante per incrementare le prenotazioni direttamente presso le strutture ricettive, oppure gli alberghi stanno riscontrando delle difficoltà?
Il bonus così come è stato concepito non è la risposta alla crisi strutturale che stiamo vivendo in questo periodo. Per come è formulato costringe, di fatto, gli albergatori ad anticiparne l’80% del valore, ricevendone in cambio un credito di imposta lungo e complicato che contrasta con le esigenze di liquidità di cui hanno assoluto bisogno le imprese in questo momento. Sono troppi gli ostacoli tecnici e burocratici con i quali gli albergatori si devono confrontare e che finiscono per generare solo un grande scontento.
Al momento quali sono le zone con maggior numero di prenotazioni per la stagione estiva?
I numeri non saranno mai come quelli delle ultime estati, ma gli italiani hanno voglia di andare in vacanza e qualche turista straniero (tedesco e inglese) sta cominciando a riaffacciarsi. L’interesse si sta concentrando prevalentemente sul mare, con una preferenza per Veneto, Toscana, Campania e Puglia. La scelta ricade soprattutto su mete non particolarmente affollate e comunque percepite dai clienti come abituali perché in grado di dare una maggiore garanzia di sicurezza.
Trova giusta l’esclusione di piattaforme di prenotazione come AirBnb e Booking per l’utilizzo del bonus dato che molte persone si poggiano su di esse per una questione di “praticità?
L’esclusione rappresenta senza dubbio un grande limite per i tanti turisti che sono abituati a prenotare ed acquistare i loro viaggi sui portali telematici, ma lo è anche per le stesse piattaforme che in questo modo si sono sentite discriminate. Tuttavia in questo momento è comprensibile e condivisibile che gli aiuti statali vengano veicolati verso le aziende con residenza fiscale italiana.
Nonostante la ripresa del settore turistico, lei pensa che le strutture ricettive lasceranno a casa molti dipendenti vista l’inattività degli ultimi mesi? Oppure, incrementando il turismo locale, paradossalmente ci saranno nuove assunzioni?
Ad oggi molte aziende non hanno ancora riaperto e più di qualcuna neanche nei prossimi mesi avrà la forza di rimettersi in moto, con la conseguenza che molti lavoratori stagionali saranno costretti a rimanere a casa. Sarebbe opportuno favorire il rientro in azienda di quei lavoratori oggi in cassa integrazione, prevedendo che il valore degli ammortizzatori sociali si trasformi in riduzione del costo del lavoro. Una misura a costo zero per lo Stato, ma che riporterebbe i lavoratori in azienda con il recupero della piena retribuzione e renderebbe più sostenibile la riapertura per le imprese.
Quale pensa sia la categoria del settore turistico che farà più fatica a riprendersi? Per i lavoratori sono previste delle forme di welfare volte ad aiutarle “parallelamente” agli ammortizzatori del Governo?
Ora la sfida del turismo è conquistare i clienti perché senza un flusso sostanzioso di prenotazioni molte imprese turistiche si troveranno di fronte all’alternativa di rinunciare del tutto alla stagione estiva tenendo chiuse le loro strutture, nella speranza di resistere fino al prossimo anno.
Lo strumento del welfare è ancora poco utilizzato ma ci auguriamo che, dopo questo particolare periodo storico, venga valorizzato dal legislatore con ulteriori servizi e con l’allargamento ad altre voci di spesa oggi molto richieste, in modo tale che possa entrare nella quotidianità della vita dei lavoratori.
Un settore, quello del turismo, la cui ripresa sarà lunga e sicuramente resa difficile dal mancato lavoro per molti italiani e dal ritardo degli ammortizzatori come cassa integrazione, bonus e FIS, che faranno rinunciare molte persone alle tanto attese vacanze estive, considerando che la maggior parte lavoratori ha consumato i giorni di ferie nei primi giorni di lockdown. Nonostante il bonus vacanze, apparentemente risolutivo per la ripresa del turismo, molte strutture dovranno fare i conti con i limiti economici e professionali di molti italiani, in difficoltà nel far fronte a uscite sostanziose in mancanza di entrate tempestive. Probabilmente sarebbe più efficace se il bonus venisse erogato a priori piuttosto che a posteriori rispetto la prenotazione del cliente, in modo da assicurare un introito imminente per la struttura ricettiva e, allo stesso tempo, un aiuto concreto al cliente.
Tuttavia il bonus vacanze si rivela positivo in questo momento critico per il Paese, ma chissà se il suo utilizzo verrà prorogato anche al prossimo anno. Sicuramente un aiuto concreto per molti lavoratori, anche in una situazione di normalità, e per un settore fondamentale per l’Italia, il turismo, che ha bisogno di turisti e di mantenere vive le sue bellezze.