Energie rinnovabili o ritorno ai combustibili fossili
“Un Pianeta sano per persone sane”
Secondo l’associazione “The Club of Rome” i piani economici post COVID-19 possono amplificare o mitigare il cambiamento climatico
“A Healthy Planet for Healthy People” è il titolo in lingua originale della lettera aperta degli esperti dell’associazione non governativa “The Club of Rome”. Indirizzata ai leader globali, si chiede loro di valutare con attenzione i piani di ripresa economica a fronte della crisi causata dal coronavirus.
Fondata nell’aprile del 1968 dall’imprenditore Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, “Il Club di Roma” vanta al suo interno esperti in ambito scientifico, economico, attivisti dei diritti civili, uomini e donne d’affari e alti dirigenti pubblici internazionali. L’associazione non governativa funge da catalizzatore dei cambiamenti globali della società contemporanea, con l’intento di individuarne i principali problemi e al fine di scovare soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.
Con il “Rapporto Meadows” nel 1972, conquistò l’attenzione dell’opinione pubblica. Il rapporto prediceva che la crescita economica non sarebbe stata illimitata a causa della rarefazione di risorse naturali come il petrolio e della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta.
Nella lettera, pubblicata anche dal Financial Times lo scorso marzo 2020, emerge un richiamo costante alla collaborazione tra persone e natura e alla interdipendenza tra individui.
Viene sottolineata l’importanza degli investimenti nel rimboschimento, nei sistemi alimentari sostenibili, nell’agricoltura rigenerativa e nelle energie rinnovabili anziché nei combustibili fossili. Tali azioni, definite positive, possono essere una fonte di speranza collettiva e di ottimismo per la rigenerazione della vita in questi tempi incerti.
A Pechino, a metà giugno, dopo circa 60 giorni in cui non si erano verificati altri contagi da COVID-19, sono stati riscontrati nuovi positivi. Il focolaio, secondo quanto riportato dai corrispondenti italiani, era collegato al mercato della carne di Xinfadi. A tal proposito, lo stesso Club aveva già scritto nella lettera aperta che il 70% di malattie infettive come l’attuale coronavirus, l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS, ha origine negli animali, specialmente nella fauna selvatica. Le ragioni del loro emergere risiedono in attività svolte dall’uomo che possono anche contribuire alla perdita di biodiversità e riguardano la deforestazione, l’espansione dei terreni agricoli, l’aumento della caccia e del commercio di animali selvatici. L’associazione sottolinea inoltre che molti agenti patogeni sono ancora sconosciuti perciò le malattie che conosciamo sono solo la punta dell’iceberg.
Pur in uno scenario critico globale che, potrebbe però presentare anche delle opportunità, gli esperti del Club auspicano delle scelte sagge da parte dei leader mondiali sul modo di stimolare la ripresa dell’economia e affrontare le sfide di interesse collettivo come il cambiamento climatico. Per contribuire a garantire una netta riduzione delle emissioni entro il 2050, occorre perseguire un percorso volto a un modello di business circolare a basse emissioni di carbonio e società nature-rich.
A parere degli esperti del Club, solo la cooperazione internazionale può risolvere le future minacce per l’umanità, prevedendo soluzioni per la sopravvivenza e prosperità per future generazioni in un mondo migliore.