L’annessione della Cisgiordania, verso una nuova Apartheid?

L’annessione della Cisgiordania, verso una nuova Apartheid?

Medio Oriente, Palestina sotto scacco.

Israele pianifica l’annessione dei territori della Cisgiordania occupati militarmente dal 1967, per l’ONU si tratta di “una grave violazione del diritto internazionale”.

 

Il primo luglio di quest’anno Israele avrebbe dovuto procedere all’annessione della Cisgiordania . Questo almeno era quanto stato affermato il 25 maggio dal premier israeliano Benjamin Netanyhau durante l’incontro con i parlamentari del Likud.

L’annessione per ora è rinviata. Il ministro della difesa israeliano Byniamin Gantz ha infatti comunicato all’inviato statunitense Avi Berkowitz e all’ambasciatore americano in Israele David Friedman che la data del 1 luglio non è da considerarsi “sacra” e che “tutto ciò che non è correlato al Coronavirus aspetterà”.

Anche se per ora l’annessione è rimandata a data da destinarsi, manifestazioni e polemiche  non si placano.

L’annessione della Cisgiordania rappresenta uno dei punti salienti del piano del presidente Trump per la pace nel Medio Oriente chiamato “Peace to Prosperity: a vision to improve the lives of the Palestinian and Israeli people” e presentato il 28 gennaio di quest’anno a Washington.

Il piano è stato accolto con enorme entusiasmo da Netanyhau che ha definito il Presidente americano “il migliore amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”.

Nessun rappresentante del popolo palestinese ha invece preso parte all’incontro. L’accordo era stato infatti rifiutato sin dal principio dalla leadership palestinese per via dell’atteggiamento vistosamente di parte degli USA.

Il piano Trump prevede oltre al riconoscimento della sovranità israeliana sui territori occupati militarmente della Cisgiordania, il mantenimento di Gerusalemme come capitale indivisa dello stato israeliano.

La capitale dello stato palestinese sarà invece collocata a Gerusalemme Est. In realtà il territorio a cui Trump fa riferimento è un piccolo sobborgo che si chiama Abu Dis e che pur facendo parte del governatorato di Gerusalemme è posto al di fuori dei confini della città stessa.

La reazione del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas non ha tardato ad arrivare. Abbas si è mostrato irremovibile e ha affermato che “è impossibile per ogni palestinese, arabo, musulmano o cristiano accettare uno stato palestinese senza Gerusalemme come sua capitale” e ancora che “Gerusalemme non è in vendita, così come non lo sono i nostri diritti”.

Politica internazionale - Amina Al Kodsi - L'annessione della Cisgiordania, verso una nuova apartheid

Le condanne sono piovute da tutto il mondo. Dall’Europa è arrivato anche inaspettato l’appello ad Israele da parte del primo ministro britannico Boris Johnson che chiede di non procedere all’annessione della Cisgiordania e dichiara che “il Regno Unito non riconoscerà alcun cambiamento rispetto ai confini del 1967, eccetto quelli concordati da entrambe le parti”.

Durissime critiche sono arrivate anche dal gruppo Btselem,  “il Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati” secondo cui  “i palestinesi verranno segregati in piccole, isolate enclavi senza poter esercitare un controllo sulle proprie vite” e paragona tutte queste piccole frazioni che andranno a costituire lo stato della Palestina ai Bantustan del regime sudafricano dell’Apartheid.

Il paragone purtroppo non è affatto azzardato, basta dare uno sguardo alla mappa concettuale  contenuta nel piano Trump. Il futuro stato palestinese assumerà infatti le sembianze di un arcipelago costituito da piccoli insediamenti collegati fra loro da tunnel e ponti.

Lo scopo è evidentemente quello di privare i palestinesi di una contiguità territoriale in modo tale da renderli più vulnerabili. In questo modo si procederà ad un ulteriore consolidamento dell’autorità israeliana che potrà così esercitare più agevolmente il suo controllo, calpestando il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

Quello che è stato più volte decantato come l’“accordo del secolo” e che è stato efficacemente descritto dal Btselem come “il formaggio svizzero, con il formaggio che viene offerto agli israeliani e i buchi ai palestinesi” sembra rappresentare invece un enorme passo falso dell’amministrazione Trump.

Un accordo siglato unilateralmente senza che tutte le parti in causa vi abbiano preso parte e che legittima l’illegalità dell’annessione dei territori della Cisgiordania non potrà che avere conseguenze disastrose e rappresenta, oltre che una violazione dei diritti umani, una grave minaccia alla stabilità internazionale.

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Marian Bacosca Tarna