La fantasia non si sgombera
Libera Repubblica dell’Arte Maivista: un appello per salvare Frigolandia
Continua la protesta e la petizione on-line per salvaguardare la Repubblica di Frigolandia, oasi culturale di Giano dell’Umbria, dall’ordinanza di sgombero
C’è una ex colonia di Balilla nel comune di Giano dell’Umbria. Una costruzione razionalista abbandonata, che nel 2005 viene restaurata e trasformata in un’esperienza artistica.
Nasce così la Repubblica dell’Arte di Frigolandia: un po’ redazione, un po’ casa, un po’ archivio storico delle importanti esperienze fumettistiche e satiriche de Il Male, Cannibale, Frizzer e Frigidaire, sede del Maivismo e del Museo dell’Arte Maivista, dove la corrente ironica-culturale fondata da Vincenzo Sparagna e Andrea Pazienza raggiunge il suo apice e dove vengono ospitati quadri, bozzetti e opere di storici fumettisti (Liberatore, Scozzari, Vincino, Igort…). Frigolandia è così il Manifesto vivente e pulsante del Maivismo e di un’arte che «non abbia né tempo né età», e che porti alla luce «non suggestioni, scateni, provochi, ricordi» (Manifesto dell’Arte Maivista)
Dotata di una sua Costituzione, che conta tre articoli in cui si ribadisce la natura di movimento culturale della Repubblica, Frigolandia è stata oggetto di seminari, tesi di laurea e studi specialistici anche nell’Università di Yale, oltre a configurarsi come polo museale e importante trampolino di lancio per autori di ogni genere ed età.
Nonostante l’importanza che la Repubblica dell’Arte Maivista ricopre a livello locale e internazionale, l’11 marzo 2020 la Giunta del Consiglio Comunale di Giano dell’Umbria ha notificato un’ordinanza di sgombero a Vincenzo Sparagna, direttore di Frigidaire e de Il Nuovo Male, nonché fondatore di Frigolandia.
La minaccia di sgombero, spiega Sparagna: «è tanto più assurda in quanto Frigolandia non ha mai ricevuto contributi pubblici, paga regolarmente il canone previsto dal contratto di concessione firmato nel 2005, ed è in piena attività con la pubblicazione di riviste e libri, la realizzazione di seminari di studio, l’organizzazione di mostre di successo ed eventi culturali in molte città italiane» (da: petizione Salviamo la Repubblica dell’Arte di Frigolandia dall’assurda minaccia di sgombero, di Vincenzo Sparagna).
La libera Repubblica di Frigolandia ha fatto ricorso al TAR, oltre a lanciare la petizione on-line su change.org per salvare la fondazione. All’appello di Sparagna, hanno risposto in quasi 15.000 e non sono mancati contributi di artisti, vignettisti e di Kevin Repp, professore di storia e letteratura comparata alla Yale University, che si è pronunciato in difesa della Repubblica della fantasia: «Sotto la pressione della sezione umbra del partito di estrema destra Lega Nord, il consiglio comunale di Giano dell’Umbria sta tentando di sfrattare Sparagna in violazione di un contratto onorato dal 2005, chiudendo di fatto il museo e sradicando l’ultimo ricordo superstite di un soffocato movimento per la giustizia sociale e la diversità culturale che continua ad affrontare l’incuria istituzionale, se non addirittura l’ostilità» (da: Protest Culture in Peril: Frigidaire under Threat in Italy Today, di Kevin Repp, pubblicato sul blog di Yale university library il 23 luglio 2020. Traduzione a cura della redazione).
Già nel 2008, il Comune di Giano dell’Umbria aveva avviato una causa di sfratto per presunta morosità. Inviarono «le notifiche a un indirizzo sbagliato», spiegò alla testata Umbriaoggi il fondatore di Frigolandia: «ne venimmo a conoscenza solo dopo una prima sentenza di sfratto esecutivo, riuscendo ad opporci in extremis».
Il processo, durato quattro anni, si concluse nel 2012 con la condanna del Comune al pagamento delle spese legali, in quanto lo sfratto era privo di fondamento giuridico. Nel 2015, il Comune torna all’attacco e decide di considerare unilateralmente concluso l’affidamento, sebbene sia scritto sul contratto che solo il Concessionario «può recedere dalla convenzione comunicando al Comune tale volontà mediante preavviso scritto da inviarsi con almeno 12 mesi di anticipo» (dal testo del contratto approvato dalla delibera della Giunta Comunale n. 106 dell’8/11/2020).
La Giunta Comunale, tuttavia, ha deciso di ignorare le disposizioni della convenzione decennale che prevedono la possibilità di tre rinnovi automatici, di dieci anni caduno, e ha emanato l’ordinanza di sgombero sostenendo che i canoni d’affitto pagati dal 2016 a oggi siano un risarcimento per non aver riconsegnato l’area su cui sorge Frigolandia.
Ad oggi, Frigolandia ha fatto ricorso al TAR, che ancora non si è pronunciato sulla situazione. Nel frattempo, il primo settembre 2020 sono usciti il libro “L’avventura Maivista di Frigidaire 1980-2020” e il docufilm “I 40 anni di Frigidaire”, dove viene raccontata l’esperienza della Repubblica dell’Arte dai suoi esordi fino all’ordinanza, segno inconfutabile che Frigolandia è ancora in piena attività come centro e diffusione di cultura.
Ribadisce la necessità di salvaguardare l’esperimento umbro, Tommaso Bori, capogruppo del Partito Democratico che ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, chiedendo se: «intenda adoperarsi per la salvaguardia del patrimonio culturale di Frigolandia, rispettando l’attuale definizione e ubicazione. Un’azione di salvaguardia che dovrà coinvolgere anche il ministero dei Beni Culturali» e sottolineando come Frigolandia sia «un’oasi culturale che, dal 2005 ad oggi, ha costituito un prezioso archivio artistico e culturale, valorizzando il territorio» (da: Frigolandia, interrogazione alla giunta regionale: «Salvaguardi questo patrimonio culturale», su Umbria24).
Giulia Manzi