“Gli ultimi saranno gli ultimi”. Il film di Massimiliano Bruno
Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, il film di Massimiliano Bruno “Gli ultimi saranno gli ultimi”, racconta la ribellione di una donna privata della sua dignità
Anguillara, Lazio. Lei è Luciana Colacci (Paola Cortellesi) una donna sorridente e cordiale con tutti. Le sue giornate sono scaglionate regolarmente come il tic toc di un orologio: si alza al mattino presto, prende l’autobus, saluta i suoi colleghi e porta a termine le sue ore lavorative in una fabbrica tessile.
Luciana ha saputo accontentarsi di un lavoro mediocre e sottopagato da impiegata, del suo marito fannullone e della monotonia di un paesino di campagna: è serena, non una donna felice. Il suo più grande desiderio è diventare madre: sono anni che lei e Stefano (Alessandro Gassman) provano ad avere un figlio.
La sorpresa gioiosa dell’arrivo di un bambino si trasformerà, però, in un’aspirale discendente verso gli inferi nella quale Luciana dovrà combattere per i suoi diritti di madre, donna e lavoratrice.
Quando viene licenziata perché la sua maternità ha un costo troppo oneroso, le viene detto di rimanere a letto e di riposare: sarà quello il momento in cui lentamente Luciana prenderà coscienza di se stessa, della sua precarietà economica e della sua vita matrimoniale.
Luciana non ci sta, ad essere compatita e abbandonata a se stessa: “dovrei essere premiata perché metto al mondo un figlio!”. “Gli ultimi saranno ultimi” è un film crudo, commovente e drammaticamente realistico, quadro a tinte fosche di un’Italia retrograda e omertosa.
Marzia Baldari