Argentina e Olanda virano a destra con conseguenze potenzialmente drammatiche
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La destra sembra essere inarrestabile, un trend che si ripete inesorabile a prescindere da quale sia la latitudine e la longitudine
Gli ultimi risultati elettorali hanno condotto l’ennesima vittoria alla destra in due Paesi apparentemente agli antipodi. Olanda e Argentina scelgono i loro rappresentanti ed a preoccupare sono proprio le parole che i due leader hanno usato per presentare il loro programma di Governo e le loro idee
Prepararsi al peggio sperando di sbagliare; questa sembra essere, ora, l’unica certezza. Già perché i risultati delle votazioni in Olanda e in Argentina – Paesi molto diversi uno dall’altro – sembrano far emergere una sola certezza:a vincere sono le destre! Poco importa se i rispettivi leader parlano in modo poco etico, ricalcando stereotipi e puntando il dito su un perenne nemico (interno o esterno in base al momento).
I due Popoli sovrani hanno scelto e ora ne subiremo le conseguenze, dirette o indirette. L’ago della bilancia politica mondiale sembra essere sempre più orientato verso destra, sia in versione populista che estremista.
Si tratta – a onor di cronaca – di due votazioni molto diverse tra loro dove il primo dato davvero allarmante è che i due Popoli differiscono moltissimo per reddito pro capite facendo pensare che, purtroppo, questa deriva più “viscerale” non dipenda esclusivamente dal benessere nazionale.
Nello specifico vediamo che in Olanda una riduzione di 0,3% del PIL congiunturale nel secondo trimestre ha spaventato i propri cittadini nonostante resti tra i Paesi con miglior tenore di vita in Europa – prendendo in esame percentuale di disoccupazione, retribuzione, welfare, aspettativa di vita ed infrastrutture – mentre in Argentina la situazione è, a tratti, drammatica registrando un’inflazione del 114% – lo scorso Giugno – con un rincaro sugli affitti del 90%, costringendo a ricorrere al baratto per le spese accessorie (esempio riparare la propria automobile) e una popolazione che ha temuto il crollo del peso (moneta locale).
Nello specifico vediamo che in Olanda a vincere è stato il Partito per la Libertà – PVV – di Geert Wilders che “veste il nero” dalle sfumature marcatamente razziste (si tratta, infatti, di un noto partito di ultra destra). Il Partito con il 23,5% di voti a favore, convertiti in 37 seggi, ha vinto le elezioni anticipate olandesi.
I più preoccupati di questo risultato sono gli europeisti poiché proprio Wilders ha più volte espresso il desiderio di uscire dalla Comunità Economica Europea e dalle sue regole che non aiutano, a suo dire, il proprio Popolo. Wilders e il suo Partito sono conosciuti per le frequenti dichiarazioni euroscettiche e hanno palesato in più di un’occasione il desiderio di “arginare”, anche nella terra dei tulipani, l’immigrazione.
A spingere il PVV verso la vittoria sono state un mix di situazioni senza precedenti, tra questi il massiccio arrivo di immigrati ucraini in fuga dalla guerra che ha aiutato – Wilders e il Partito – a far presa su un popolo abituato all’ordine ed al benessere.
Sempre la leva dell’immigrazione è stata abilmente strumentalizzata per mettere in rilievo una certa flessione a livello economico nella quale sembra versare il Popolo olandese e per enfatizzare il problema abitativo (anche in Olanda sembrerebbe esere avvertito il problema case)
“Restituiremo l’Olanda agli olandesi e fermeremo lo tsunami dell’immigrazione” queste le prime significative parole di Wilders in una nota emittente televisiva nazionale e ha concluso il discorso dicendo “non possiamo essere ignorati, governeremo”.
L’unica speranza per coloro che vorrebbero evitare un governo a trazione PVV è sperare che Wilders non riesca a diventare leader di una coalizione governativa; già perché da soli non hanno ancora i numeri necessari!
In Argentina, invece, stravince La Libertad Avanza che è il non plus ultra di formazioni di destra e ultra destra tutte accomunate da un libertarismo economico sfrenato. Il leader di questa coalizione, a forte stampo populista, è un uomo dai tratti a dir poco grotteschi; la vittoria di Javier Milei si è basata su una campagna elettorale dai toni davvero shoccanti che hanno bersagliato persino Papa Francesco.
Milei si è spinto molto più in là dei soliti comizi ed ha prospettato uno scenarioterrificante: abolizione della Banca Centrale, sostituzione del peso con il dollaro (ammiccando e non poco agli Stati Uniti), legalizzazione del traffico degli organi…
L’insediamento alla Casa Rosada (dimora del Presidente argentino) riuscirà a rendere più istituzionale un personaggio che non è soltanto un economista liberista ma, soprattutto, un influencer? Chi ha seguito Milei negli ultimi due anni (nel 2021 nasce La Libertad Avanza) ha avuto modo di sentirgli dire frasi contro “la casta dei politici” definendoli con espressioni e parole a dir poco colorite, più da bar che da sede politica.
Entrambi questi schieramenti e i loro leader utilizzano, o hanno utilizzato, il linguaggio che sembra far presa negli ultimi anni: quello dove si cercano continuamente colpevoli e nel quale il “noi” deve sempre essere evidenziato!
Un linguaggio politico che esclude e che, come abbiamo potuto vedere in Italia come in altri Paesi, nn porta, in alcun modo, alla risoluzione dei problemi anzi ne crea di nuovi a partire dall’intolleranza e dalla violenza.
Olanda ed Argentina – con i loro risultati elettorali – lasciano, perciò, un senso di profondo smarrimento soprattutto perché vanno ad alimentare un fuoco che sembra divampare in lungo e in largo, fino a noi. Si tratta purtroppo del terribile fuoco dell’intolleranza, dell’odio e dell’arroccamento nei propri confini costi quel che costi. Sembra allontanarsi sempre più quel Mondo che molti auspicano dove, a regnare, ci siano diritti ed empatia.
Resta viva la speranza di poter vedere, molto presto, il vento cambiare ma per ora occorre mantenere l’attenzione molto alta per impedire con ogni mezzo possibile una deriva dei diritti umani.