Come non possono accedere in spiaggia le persone con disabilità
Nella penisola italica ancora radi sono i luoghi privi di barriere architettoniche
Tra progetti locali presentati da associazioni che si battono in questo settore e leggi nazionali, resta ancora un miraggio garantire servizi accessibili a tutti i cittadini in egual misura
Si può considerare civilizzato uno Stato che non rispetta le proprie norme?
Risale al 1971 la legge n.118, art.27, riguardante l’eliminazione delle barriere architettoniche per facilitare la vita di relazione dei mutilati e invalidi civili. Al 1989 la norma n.13 recante: “disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”.
Si presuppone che fatta la legge ci siano anche le condizioni necessarie per poterla rispettare ma, ad oggi, molte località italiane risultano ancora non a portata di persone con disabilità. Lo confermano, per esempio, le difficoltà ad accedere alle spiagge delle città marittime e, nel peggiore dei casi, la totale impossibilità a farlo.
• Dalle parole di Francesco Vinci, Presidente dell’Associazione Tarantina “Contro le Barriere”, emerge, a riguardo, un quadro desolante.
Era il 2003 quando presentarono al comune un progetto che risultava finanziabile e che individuava un sito sul litorale tarantino dove sarebbe stato possibile situare una struttura (Isola Amministrativa) che avrebbe potuto accogliere 30/40 postazioni per persone in carrozzina e con disabilità visive. Il tutto, ponendo anche attenzione a non intaccare il decoro urbano, ovvero, una spiaggia attrezzata ma libera, accessibile a tutti.
Questo piano non decollò perché, dalle dichiarazioni del Presidente Vinci, l’allora Assessore Regionale al Bilancio, il tarantino Michele Pelillo, ritenne impossibile finanziarlo in quanto i fondi europei, a cui avrebbero attinto per finanziare il progetto, erano destinati ad altro. Al contrario, Stefano Fabbiano, ex Assessore Provinciale ai Servizi Sociali e l’ex vice sindaco Alfredo Cervellera, perorarono questa causa cercando di inserire il progetto nel Consiglio Regionale. Purtroppo caduto poi nel dimenticatoio.
Non avendo avuto un esito positivo con l’Isola Amministrativa, l’associazione proponente “Contro le Barriere”, non ha però demorso. Insieme ad altre associazioni aderenti quali A.R.I.Anna onlus, Comitato 16 Novembre, Cuamj, Disabili Attivi, Mondo Sociale Aps, Progentes Aps, Sfida ed Università Popolare di Zeus, hanno realizzato il progetto “TUTTI al MARE” che richiede un impiego minore di risorse economiche. Questo disegno prevede la creazione di almeno un’oasi, in ogni Comune costiero delle Province della Regione Puglia, munita di cinque postazioni nelle spiagge pubbliche. Così facendo le persone con disabilità motorie e visive possono avere la possibilità di potervi accedere allo stesso modo degli altri cittadini. È in sostanza un esempio in piccolo, rispetto a quello che si voleva fare in grande sul litorale tarantino in un unico stabilimento.
F. Vinci spiega che l’idea di ridimensionare il progetto è sorta in quanto la regione ha stanziato 20.000 euro per ogni comune costiero per realizzare queste iniziative. Ad oggi solo Maruggio (TA) ha costruito un’oasi utilizzando questi fondi dimostrando che si può fare se c’è la volontà e l’interesse per permettere a tutte le persone di condurre una vita dignitosa nel proprio ambito cittadino.
Negli sporadici casi in cui si costruisce evitando di creare ostacoli ma corridoi d’accesso al mare e servizi complementari (docce, wc, ecc.), si può incorrere nel rischio che tali soluzioni non vengano costruite coscientemente. Il Presidente spiega dunque che si realizzano, per esempio, scivoli senza valutare precedentemente le giuste pendenze e aggiunge: “c’è un problema, in genere noi associazioni chiediamo di fare non da tecnici ma da collaudatori e lasciamo i nostri numeri pubblici proprio perché ci mettiamo a disposizione quando si devono costruire degli scivoli per testarli in modo da essere certi della loro funzionalità. Invece prima fanno i lavori, per poi andarli a rifare e spendere ulteriori soldi”.
F. Vinci crede che questi equivoci accadono perché ci sono delle barriere mentali difficilmente valicabili da parte di alcuni amministratori. Quest’ultimi pensano che le persone con disabilità oltre ad avere problemi motori abbiano difficoltà nella comprensione e perciò non accettano consigli da chi in prima persona si ritrova ogni giorno a dover affrontare i disagi causati da ostacoli artificiali per i quali, come spiegato, possono essere vinti.
Ancor prima di abbattere le barriere architettoniche bisognerebbe, come dice lo stesso Presidente, abbattere quelle mentali.