Forme nel verde ospita il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto a San Quirico d’Orcia
Anche San Quirico d’Orcia è entrata nel “novero” di quelle città (insieme ad altre circa novecento) che ospitano “Il Terzo Paradiso”, del grande artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto. Il maestro biellese, protagonista della corrente contemporanea dell’arte povera e Premio Imperiale 2013, ha infatti partecipato come ospite d’eccezione alla rassegna annuale “Forme nel Verde”, che si svolge da quasi cinquant’anni in Val d’Orcia, nella cornice dei cinquecenteschi Horti Leonini.
Ma che cos’è questo Terzo Paradiso? La spiegazione non è immediata, basti pensare che l’artista piemontese l’ha affidata a un libro. Iniziamo allora sicuri dicendo: “Il Terzo Paradiso” è un libro di Michelangelo Pistoletto. Una seconda risposta semplice potrebbe essere la seguente: il Terzo Paradiso è qualcosa che visivamente si presenta come l’unione di tre figure chiuse (approssimabili a circonferenze) tra loro tangenti e disposte orizzontalmente. Quella centrale è la più grande e le due alla sua destra e alla sua sinistra sono invece uguali in dimensioni.
Ebbene, ciò (sotto forma di scultura) è stato realizzato nel workshop che Michelangelo Pistoletto ha diretto per gli studenti delle Accademie di Belle Arti di Firenze e di Carrara. La scultura è stata realizzata con materiali legati alla tradizione e facilmente reperibili sul luogo come travertino, legno e terracotta.
L’opera rappresenta un superamento dialettico delle opposizioni, perfettamente reso figurativamente dalle tre circonferenze: le due piccole ai poli opposti rappresentano l’una il mondo della natura e l’altra quello artificiale. Il grande anello centrale le tiene insieme e con esse si intreccia collegandovisi, a simboleggiare e raffigurare la rinascita e l’armonia oltre il conflitto tra i due fattori: il Terzo Paradiso.
“Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa ‘giardino protetto’. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita”, ha detto Pistoletto. Gli studenti che hanno partecipato all’evento si sono nel frangente resi “giardinieri del pianeta”, promuovendo valori di responsabilità e sostenibilità ai fini della tutela del territorio.
Riciclo e sostenibilità ambientale sono tra i temi affrontati con maggiore frequenza e impegno nell’ambito del Terzo Paradiso, a sottolineare una volta di più l’impegno sociale dell’artista, che sempre manifesta l’aspirazione ad agire, cambiare in meglio, migliorare il pianeta e le persone che lo abitano. E Pistoletto lo fa, diffondendo la rappresentazione concreta della sua poetica in ogni parte del mondo, affinché possa fungere da catalizzatore per una trasformazione dell’uomo e della società verso un modo di vivere più etico e responsabile, anche dal punto di vista ambientale.
L’artista biellese ha dato anche forma a una grande opera collettiva (la sua più famosa), che si realizza nelle attività della fondazione Cittadellarte, e che si snoda in una grande rete globale fatta di “ambasciate”: città, forum associazioni e persino singole persone che condividono pratiche di sostenibilità partecipando alla creazione delle Geografie della Trasformazione, dove si maturano esperienze in linea con gli obiettivi dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite.
Ecco come un’esperienza artistica trasforma una poetica in un piano di trasformazione politica globale.