Il governo tedesco in subbuglio
Il cancelliere Scholz ha sfiduciato il suo Ministro delle Finanze Lindner aprendo, di fatto, ad una crisi di governo
Nell’arco di pochi mesi verrà chiamata al voto anche la popolazione tedesca, un voto anticipato, per molti inatteso, che rischia di sgretolare sempre più le fragili fondamenta dell’Europa
Mercoledì 6 novembre, a Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha presentato il licenziamento del Ministro delle Finanze, il liberale, Christian Lindner. In Germania, va detto, che questo gesto politico non ha sconvolto eccessivamente poiché era più che evidente che tra i due non corresse buon sangue.
Anche la tempistica scelta non è apparsa strana e si ricollegherebbe all’elezione del nuovo coinquilino della White House americana Donald Trump.
Con questa rottura interna si è sfaldato ufficialmente il sodalizio politico di centro (anche detto “tricolore” ovvero quello formato da SPD, FDP e Verdi.
Facciamo qualche passo indietro e ritorniamo all’insediamento di Scholz (quel novembre 2021) che aveva raccolto, va detto per onore di cronaca, una situazione non facile.
La cancelliera Angela Merkel, infatti, era stata certamente molto brava come interprete politica tra Oriente (Russia) ed Occidente (USA) anche grazie alla propria origine – sì tedesca – ma della ex Germania dell’est.
La Merkel, tra le altre cose, conosceva molto bene il russo ed è riuscita ad acquisire una posizione di stima dallo steso Putin; certo è che non tutto era stato ben gestito sul fronte strategico ed aveva lasciato “indietro” una serie di investimenti molto importanti.
Si pensi, tra gli altri, alle tutele per i più deboli (il nostro reddito di cittadinanza per intenderci, il Bürgergeld), oppure il rafforzamento all’infanzia e al riconoscimento del diritto di cambiare sesso nel registro dello stato civile. Tutte promesse elettorali disattese per via di una stabilità di Governo non abbastanza salda e per mancanza di fondi.
Poi è arrivata la guerra russo-ucraina e Scholz promise – fu tra i primi – sostegno ed armi al popolo aggredito ma, a conti i fatti, ne ha inviate molte meno di quelle che aveva preannunciato proprio perché – in Patria – la crisi economica si stava intravedendo con maggiore forza.
Il cancelliere Olaf Scholz ha anche sofferto la mancanza di appoggio tra i più giovani in conseguenza della posizione fortemente pro-Israele che la Germania ha assunto dopo il 7 ottobre 2024 e l’aggressione di Hamas.
La crisi umanitaria a Gaza ha allontanato parte dell’opinione pubblica (quella più sensibile a questi temi) dal Governo in carica e, di contro, se ne sta progressivamente avvantaggiando il partito di estrema destra (AFD – Alternative für Deutschland) che, nel frattempo seguendo lo spirito della contestazione, sta semplicemente criticando ogni mossa adottata dal Governo ed accrescendo un malessere dal basso.
Cosa potrebbe avvenire adesso? È certo che questo Governo non ha più la stabilità necessaria per adempiere ai suoi obblighi istituzionali. Mentre Olaf Scholz sperava di chiedere la fiducia all’esecutivo non prima del 15 gennaio con successive elezioni anticipate a marzo 2025. Ora appare sempre più plausibile che si andrà a votare molto prima – il 16 dicembre verrà richiesta la fiducia – che, molto probabilmente, non riuscirà ad ottenere ed alla quale seguiranno le elezioni dopo 60 giorni, ovvero a febbraio.
Le conseguenze di queste elezioni saranno determinanti anche per la tenuta della UE, perché è chiaro a tutti che la Germania era stata il traino in Europa ed ora si rischia davvero tanto.
Occorre sperare che il popolo scelga il migliore Governo tedesco possibile, inclusivo ed europeista in modo da poter fronteggiare questo momento di crisi della democrazia.