La trappola dell’austerity. Perché l’ideologia del rigore blocca la ripresa
Federico Rampini, saggista e corrispondente estero per “La Repubblica”, nel suo libro mette in evidenza tutti gli sbagli delle politiche che vanno sotto il nome di austerity messe in atto dall’Unione Europea e ne preannuncia il fallimento su tutta la linea.
Rampini prende in esame l’Europa e la compara alle altre grandi potenze mondiali. L’autore volge lo sguardo verso potenze “emergenti” come la Cina, l’India e il Brasile che in poco tempo sono riuscite ad acquistare un peso economico importante, stravolgendo un destino che sembrava già segnato.
Ci invita a prendere in esame modelli di sviluppo economico vincenti come quello degli Stati Uniti, che dopo la terribile crisi finanziaria del 2008 sono riusciti in tempi relativamente brevi a ritornare in carreggiata. Ci fa riflettere su come tutti gli ingredienti che hanno aiutato la ripresa economica di paesi come il Giappone, la Corea del sud e gli Stati Uniti siano completamente mancati nell’eurozona che è rimasta invece intrappolata ed è stata tenuta sotto scacco dal rigido blocco degli investimenti pubblici e da politiche monetarie sbagliate.
A distanza di qualche anno questo profetico saggio è fresco e attuale e ci incoraggia a mantenere sempre alta l’attenzione. Il nostro status di privilegiati sullo scacchiere internazionale non è affatto inattaccabile. Le misure di austerity che esacerbano un divario crescente fra ricchi e poveri vanno riviste e corrette. Il rischio per Rampini altrimenti sarebbe quello di “bruciare un’intera generazione di giovani europei, le loro aspirazioni, le loro potenzialità”.