L’anima rivoluzionaria della Francia

L’anima rivoluzionaria della Francia

La destra non ha sfondato né ha vinto mentre i nostri cugini francesi hanno votato in massa gridando che loro ci sono e che hanno voglia di dire ciò che pensano rispetto alla democrazia

La situazione politica francese si trova in uno “stallo” istituzionale ma il popolo d’Oltralpe ha dimostrato di avere dentro di sé ancora una forte scintilla rivoluzionaria proiettata alla democrazia e lo ha dimostrato rovesciando i pronostici che vedevano la destra vincente nelle elezioni anticipate indette dal presidente Macron

Siamo tutti un po’ sorpresi dal risultato delle elezioni francesi ma, in realtà, ciò che dovrebbe colpirci è la prontezza dimostrata dai nostri cugini d’Oltralpe nello scongiurare un governo a trazione fortemente destrorsa.

Già, perché dal 9 giugno la Francia ha vissuto una serie di settimane molto tese dove si è arrivato a parlare di possibili scontri, guerriglie cittadine, tra le due  (più una)  fazioni politiche schierate in campo: quella di destra capeggiata da Marine Le Pen, la corrispettiva a sinistra sotto la guida di Jean-Luc Mélenchon, la linea politica moderata del partito di Marcon, Renaissance, e altri partiti minori.

Dove le prime due fazioni hanno decisamente scaldato le piazze a seguito dello scioglimento anticipato dell’Assemblée Nationale da parte del premier in carica Emmanuel Macron.

foto di Raad da Pixabay

Riavvolgiamo un po’ il nastro della storia e ricordiamo cosa è avvenuto ad inizio giugno.

Il premier francese Macron, usando il potere conferitogli dall’articolo 12, ha potuto sciogliere l’Assemblée Nationale avendo constatato il poderoso calo dei consensi del suo partito a fronte di una crescita esponenziale e preoccupante del partito nazionalista della Le Pen. Una decisione presa assumendosi un ampio rischio ma anche abbastanza scontata visti i risultati degli exit poll che vedevano in vantaggio, con il 31,5%, il partito RN (Rassemblement National) della Le Pen contro il solo 15,2% ottenuto dal proprio partito Renaissance.

Lo stesso partito di Mélenchon FI (La France Insoumiste) ha urlato all’elezione anticipata perché la Francia meritava una guida appoggiata dal popolo mentre Macron appariva sempre più sconnesso alla volontà popolare e ciò ha indirizzato il presidente francese ad indire le elezioni anticipate (in data 30 giugno 2024 e con possibile secondo turno il 7 luglio 2024).

Proprio questo secondo turno, però, è apparso decisivo per sconfiggere la destra di Marine Le Pen che era già pronta a governare l’Eliseo con un governo dalle tinte scure  e con Jordan Bardella pronto ad una svolta dell’ultradestra nel Paese.

Ciò che ne è conseguito, dopo il primo turno, è stato un risultato scioccante che ha decretato l’affermazione del partito sovranista Rassemblement National ottenendo il 33,2% di voti mentre il partito di Macron ha raggiunto solo il 21,3% e la Coalizione di sinistra NFP (Nouveau Front Populaire) il 28,2%.

A questo punto, però, la popolazione francese ha fatto blocco: come in una vera e propria chiamata alle armi a favore della democrazia, i partiti opposti a RN hanno chiesto di votare in massa e si sono uniti in un fronte comune di unione repubblicana contro RN e, inaspettatamente, la coalizione di centro sinistra ha vinto.

La tornata elettorale del 7 luglio è stata una giornata storica per la Francia sia per l’affluenza da record (66,63% più alta dal 1997) e sia per essere riusciti a ribaltare un risultato che sembrava alquanto scontato con l’estrema destra già pronta ad occupare l’Eliseo.

foto di Walter Coppola da Pexels

Ora la situazione politica francese sta subendo un vero e proprio stallo perché il secondo turno di luglio ha decretato che RN ha ottenuto il 37,1% mentre NFP 25,8% ed Ensemble il 24,5% quindi la coalizione di centro sinistra ha stravinto ma nessuno di loro ha i numeri (da solo) per governare e toccherà trovare un accordo per creare un governo forte e stabile.

In questa indecisione si prospettano svariati problemi viste le reticenze di Macron a confermare di essere il vero sconfitto in queste elezioni francesi.

Già, perché, se da un lato, il centro sinistra ha vinto lo scontro elettorale, va comunque detto che il partito di Marine Le Pen si è affermato come primo partito in base ai consensi, e tanti francesi si sono espressi in favore di una politica di destra molto poco tollerante e questo resta un problema interno con il quale fare i conti.

Emmanuel Macron sta prendendo tempo (la legge francese glielo permette) e sta congelando la situazione politica per poi cercare un accordo con la sinistra di Jean-Luc Mélenchon che pretende, a sua volta, maggiore peso politico nel nuovo governo vista la percentuale più alta di voti ottenuta.

foto di Aurel Cham da Pixabay

Non resta che attendere la formazione del nuovo governo ed augurarsi che la decisione popolare non venga vanificata e che l’anima rivoluzionaria della Francia trovi la sua conferma con un governo più inclusivo, attento a chi è ai margini della scala sociale, insomma a chi ne ha più bisogno.

Tutto questo mentre chiudiamo gli occhi e riviviamo Place de la République gremita di persone che cantano Bella Ciao appena scoperto di aver sconfitto la possibile tirannia della destra (almeno per ora).

Se voleste continuare ad immergervi in quel del popolo d’Oltralpe consigliamo un interessante articolo sul sistema sanitario nazionale francese cliccando questo link 

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Ludovica Cassano