Le fatiche dei migranti in marcia verso il Nord America – alla scoperta dei percorsi della morte

Le fatiche dei migranti in marcia verso il Nord America – alla scoperta dei percorsi della morte

Ogni anno centinaia di persone spariscono cercando di raggiungere il Nord America; inghiottiti dalla natura ostile ma anche dalla crudeltà dei cartelli

Un vero e proprio popolo di disperati si muove quotidianamente sperando di raggiungere l’agognata terra delle opportunità ma, troppo spesso, sparisce inghiottita da una serie di ostacoli (naturali e non) che rendono quelle tratte come vere e proprie trappole nelle quali è quasi impossibile sopravvivere come la Darien Gap

Mentre l’Europa si sta contorcendo e sbrogliando in una serie di giochi di palazzo per trovare un nuovo equilibrio – oltre che le maggiori figure apicali – in seno al Parlamento europeo; intorno a loro e, anche dall’altra parte del mondo, si muore tutti i giorni cercando di salvarsi dalla fame e dalla violenza. Questo sembra essere l’unico destino possibile per chi fugge dalla propria casa e dalla propria vita, smettendo – di fatto – di averne una, per sperare in un’esistenza più sicura e serena.

foto di Alan Frijns da Pixabay

Ormai la realtà della migrazione è qualcosa che non si può più ignorare e che richiede una modifica sistemica profonda che possa risolvere problemi molto concatenati quali lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali o anche le violenze ad etnie per motivo politici o religiosi ecc.

La tematica dei flussi migratori sembra, infatti, essere tra i motivi di maggiore malcontento generale nei Paesi più ricchi e dopo le troppe parole sul tema, in termini emergenziali e statistici, ci si è dimenticati che si tratta di persone in fuga con addosso solo miseria e dolore e che sono state trasformate in minacce agli equilibri nazionali e sovranazionali.

Il problema-migranti è, però, trasversale e colpisce anche a molte migliaia di chilometri da noi; si nota, infatti, che  il continente americano non è esente da questo genere di discussioni che sembrano essere dei perni (agganciandosi alla sicurezza personale ed al diritto di possedere armi da fuoco per protezione personale) della campagna di Donald Trump ma che, a dirla tutta, hanno radici storiche pregresse.

Ma quando si parla di rotta Sud-Nord America di cosa si sta parlando? Tendenzialmente si prende in esame quell’insieme di flussi migratori che caratterizzano il confine meridionale degli Stati Uniti d’America e che provengono dagli Stati limitrofi (per la maggior parte centro meridionali) nei quali le condizioni di vita sono sempre più minacciate da cattive amministrazioni politiche (con un’alta percentuale di cartelli di narcotrafficanti a manovrarli come marionette) come anche crisi climatiche che hanno piegato economie per la maggior parte composte da piccole e medie aziende agricole familiari. Quindi la fame come il desiderio di vivere in un luogo più sicuro e pacifico spinge quotidianamente un altissimo numero di uomini, donne e bambini a provare ad attraversare il confine (blindatissimo) che divide il Messico dagli Stati Uniti.

Ma questa strada non è l’unica che i migranti provano a percorrere per poter vivere il sogno americano poiché ci sono, in realtà, altri percorsi altrettanto pericolosi: tra questi abbiamo la cosiddetta rotta caraibica che vede i poveri sfortunati imbattersi in un pericolosissimo viaggio via mare – dove a farlo sarebbero soprattutto coloro che partono da Stati quali Santo Domingo, Haiti e Cuba. La situazione, poi, non è affatto migliore se analizziamo la rotta che taglia Stati come Panama e Colombia dove imperversano bande criminali estremamente violente e dove sembra siano altissimi i rapimenti. In particolare, la Darien Gap in Colombia risulta essere una zona ad altissima percentuale di sparizioni – centinaia di persone scompaiono nel nulla e sembra vadano ad alimentare il mercato nero di esseri umani -. Va detto, però, che trattandosi di migrazioni clandestine si parla di dati presunti e non si riesce bene a quantizzare la portata di tali sparizioni o decessi.

Il percorso Darien Gap è estremamente difficile da superare anche perché si deve necessariamente attraversare la fitta vegetazione delle foreste del centro America cercando di non incontrare le bande armate che vivono indisturbate e protette dalla natura selvaggia che li avvolge. Si tratta di un percorso molto pericoloso che non può essere attraversato in meno di sei giorni.

A raccogliere questi dati, anche grazie a chi è riuscito a sopravvivere a questo inferno è la OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) che mappa e controlla alcune linee utilizzate dai migranti e che fornisce delle stime sulle quali ci si basa per comprendere la portata di un fenomeno estremamente devastante. Una massa di disperati e indigenti in migrazione che è monitorato anche attraverso un programma specifico, il Missing Migrant Project.

foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’ultima novità in termini di rotte verso gli Stati Uniti d’America risulta essere quella nicaraguense che sembra concedere (logicamente a pagamento) un lasciapassare verso il Messico per giovani africani che – a fronte di un corrispettivo di almeno 8.000 euro, quindi finanziati sia da familiari dall’Africa che da parenti che già si sono stabilizzati negli USA o in Canada –  possono accedere ad un  “passaggio” fatto da vari scambi con rotta Africa-Europa-Sud America. Si tratta di una traversata che da Casablanca (questa una delle città portuali di partenza) porta alla Spagna, poi verso El Salvador ed infine in Nicaragua. Anche in questo caso si tratta di un viaggio disperato e lunghissimo con frequenti incidenti e decessi di persone che non riusciranno a raggiungere the land of opportunity.

Tutto questo deve ricordarci che si tratta di esseri umani in difficoltà che sono partiti senza avere nulla con sé, a parte le loro speranze, e tra questi moltissimi bambini, donne incinte ed anziani. Abbandonati sia dalle loro istituzioni che non li hanno saputi proteggere ma anche da noi Stati ricchi che hanno dimenticato che ciò che conta è mantenersi umani e non si può essere tali senza l’empatia ed il sostegno.

I rappresentanti dei governi non possono più voltare le loro facce e fingere che il problema non sussista, continuando ad ignorare le difficoltà ed i pericoli che questi migranti affrontano ogni giorno per condurre al sicuro se stessi e le proprie famiglie verso la libertà ed una vita vera.

Per un approfondimento ecco link ad articolo di politica internazionale dal titolo Un verto potrebbe spazzare via la legalità dal Sudamerica con approfondimento politico

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Ludovica Cassano