Mal comune mezzo gaudio

Mal comune mezzo gaudio

Matera 2019: il 17 novembre in scena una nuova (ironica) Passione

Le dichiarazioni di Luca Acito, ideatore e organizzatore dell’evento “La corsa dei poveri cristi”

 

Quindici anni fa, esattamente il 7 aprile 2004, in tutte le sale cinematografiche italiane usciva “La passione di Cristo” film scritto e diretto da Mel Gibson, divinità dell’Olimpo di Hollywood. La pellicola, meglio nota semplicemente come “The Passion”, fu girata interamente in Italia e, nello specifico delle riprese esterne, a Matera.

Per il capoluogo di provincia lucano quella non è stata certamente né la prima né l’unica occasione in cui si è ritrovata ad essere parte di un grande progetto artistico di stampo ‘cristiano’, basti ricordare il lungometraggio di Pier Paolo Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo” del 1964 fino ad arrivare al “Presepe Vivente”, lo spettacolo rievocativo giunto nel 2018 alla sua IX edizione. Questa volta, il prossimo 17 novembre, Matera si offrirà di nuovo, con le sue meravigliose e naturali scenografie, come teatro di un’iniziativa che ha ben poco di sacro o divino ma tanto di umano. E di “cristo” non ce ne sarà uno, ma cinquanta.

“La corsa dei poveri cristi” è un evento a cura di Luca Acito che “nasce dal desiderio di giocare e sperimentare dei concetti che oggi sono molto popolari: la partecipazione e il senso di comunità. C’è un collegamento tra questa iniziativa e il clima di paura e indifferenza che predomina nell’aria. Spesso gli eventi culturali e la cultura passano attraverso un’idea di profondità, seriosità che tende ad allontanare alcune persone, mentre la cultura può muoversi anche attraverso l’ironia”.

La corsa non agonistica, che si estenderà per un percorso di 4 km all’interno dei Sassi, nasce nel 2018 nella Community Online della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e lo scorso marzo viene approvato il suo inserimento nel programma ufficiale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. L’obiettivo è semplicemente quello di correre insieme, cinquanta persone ognuno con la propria croce in gommapiuma alta due metri, su cui sarà impresso il disagio che si spera di esorcizzare.

Il limite di partecipazione deriva sia dalla difficoltà e dall’onerosità di creare le croci, poiché agli iscritti non viene chiesta alcuna quota di partecipazione, sia perché non vogliamo che siano solo un mucchio di gente che corre ma vogliamo poterli raccontare. Attraverso le selezioni stiamo cercando di creare un gruppo eterogeneo, dalle disgrazie più originali e simpatiche a quelle più profonde: vogliamo croci che raccontino l’umanità in modo vario, per quello che è”.

Quindi accanto alla signora con problemi di schiena che non sopporta fare le scale e detesta le briciole sul divano, ci sarà il papà che proprio a novembre ha perso la figlia o la giovane donna che ha visto morire il marito in fabbrica.

Mal comune mezzo gaudio 2

Ad essere terapeutico è soprattutto il rito collettivo, l’opportunità di fare coming-out giocando con le proprie difficoltà. Per sentirci semplicemente meno soli e provare un senso di comunità che non parta dai propri successi ma dagli insuccessi. Riuscire a sorridere della propria crisi è già terapeutico da sé. Non si tratta di fare psicologia o intraprendere un cammino spirituale: pensiamo che il semplice fatto di correre con una croce, che esponga il disagio anche più banale come il marito o la moglie, possa portare a volergli più bene”.

La terza domenica di novembre, mese tipicamente cupo e plumbeo in terra lucana, in una città che per anni ha portato la croce di ‘vergogna d’Italia’ andrà dunque in scena una manifestazione, o meglio, un progetto comunitario che mira a trasmettere ironia, riflessione e trasversalità. Gli aiuti e i contributi che Luca e il suo team chiedo attraverso il crowdfunding sul sito www.lacorsadeipovericristi.it è un ulteriore modo per stimolare la partecipazione delle persone, con l’obiettivo di non fermarsi a questa prima edizione e di esportarla anche oltre i confini regionali.

Luca Acito attualmente è responsabile di uno studio che si occupa di comunicazione e ricerca culturale, ma nel passato ha più volte realizzato progetti con l’intento di stimolare ironicamente una reazione o una riflessione. Dal chiedere l’elemosina in giro per l’Europa, vestito di tutto punto e con un cartello con scritto “I need a Rolex. Help me please!”, alle realizzazione di adesivi e magliette con la sigla CSR (“Come Stiamo Rovinati”), fino a “la corsa dei poveri cristi”, appunto. Tante quindi le occasioni per cogliere anche solo un attimo e attraverso uno sguardo furtivo quella che è l’autenticità delle persone. E alla domanda “Qual è secondo te la croce più comune al giorno d’oggi?” lui risponde: “Il desiderio di una relazione più umana”.

Un’empatia, quindi, che ci faccia comprendere meglio gli uni con gli altri, cosa a volte più facile da realizzarsi attraverso i disagi. Tutto questo forse non riguarda propriamente “la” giustizia, ma di certo parla di uguaglianza.

Condividi:

Aurora Vena