Russia- Ucraina, Pertini sulla guerra
Sandro Pertini sulla guerra:
«Su tutti i popoli della terra oggi incombe questo tragico dilemma: o procedere insieme sul cammino della vita affratellati tutti in una umana solidarietà, o perire insieme nell’ olocausto nucleare. Ripeto una mia esortazione: i miliardi sperperati per costruire ordigni di morte che, se usati, sarebbero la fine dell’umanità, servano invece per combattere la fame nel mondo. L’umanità vuole vivere in pace non sotto l’incubo della fame e della morte nucleare. Questa volontà è la nostra volontà»
Seguire l’esempio di Pertini sulla guerra in Ucraina
Il comitato giovanile della UILS invita i giovani a divulgare il presente messaggio di fratellanza e di pace e diffonderlo nella collettività e a tutti i mezzi di informazione televisiva e testate giornalistiche di tutte le nazioni del mondo affinché realisticamente i popoli tutti siano liberi di scegliere il loro percorso di sviluppo sociale e collaborare con gli Stati da loro preferiti al fine di consolidare il bene comune di tutti i popoli e bandire per sempre la guerra, sorgente di vittime umane e di sofferenze. Senza pace non ci sarà futuro per tutte le generazioni dell’Universo.
Qualora l’Europa dovesse mandare armi all’Ucraina, secondo la UILS, dovrebbe anche inviare volontari, compresi i detenuti che volessero riscattarsi dai loro reati. Non per combattere, ma con il mandato di pace per accerchiare l’armata russa e chiedere la resa delle armi, mentre, nel contempo, le autorità diplomatiche avrebbero modo di adoperarsi per trovare un accordo per evitare spargimento di sangue.
Questo potrebbe costituire un evento convincente per far riflettere la Russia. Nell’ipotesi in cui resistesse, sarebbe sconfitta tenuto conto della maggiore forza europea. La forza non va attivata, ma deve servire quale mezzo estremo di sicurezza. Questo farebbe riflettere tutti e alla fine il buon senso farebbe prevalere la pace senza vinti né vincitori.
Il passato non è alle nostre spalle, ma sta tra il presente e il futuro e la memoria non è un fardello ma un fattore di sviluppo. Senza memoria si muore.
Il Presidente della UILS
Antonino Gasparo
Appello di Pertini ad USA e URSS: “Torniamo allo spirito del ’45”
ROMA – Davanti agli ambasciatori dei 156 paesi accreditati alla Fao, il presidente Pertini ha rinnovato ieri il suo appello contro la fame nel mondo, contro lo sterminio di 42 mila bambini che si registra quotidianamente per le condizioni di tragico sottosviluppo in cui versano 55 paesi “al di sotto della soglia di povertà”, contro i rischi dell’olocausto nucleare che costituisce non solo una minaccia per il futuro del mondo, ma anche un “costo” per il presente, un costo che si riversa sulle spalle di chi soffre di più.
“Svuotare gli arsenali e riempire i granai”
Dalla tribuna della Fao in occasione della cerimonia celebrativa della quarta giornata mondiale della alimentazione, Pertini ha ripetuto la sua esortazione a svuotare gli arsenali e a riempire i granai. La testimonianza di fede fatta il giorno stesso del suo insediamento 6 anni fa, l’appello che non si è stancato di ripetere ai governanti incontrati nel corso del suo mandato, Reagan compreso.
A 40 anni dalla fine della guerra il mondo è ancora alle prese con i problemi dei bisogni primordiali dell’uomo e con il passare degli anni questa realtà ha assunto le proporzioni gigantesche e le tinte nere di un dramma divenuto intollerabile – ha detto il presidente italiano – per la coscienza degli uomini del mondo intero.
Accanto a Pertini alla tribuna della Fao c’erano il direttore generale dell’organismo Saouma, il presidente del Senegal Diouf, da lunedì in visita ufficiale a Roma.
C’erano anche il ministro dell’agricoltura Pandolfi e Tina Anselmi, presidente del comitato governativo. Questa giornata dell’alimentazione ha per tema specifico “le donne nella agricoltura”. Coincide con il 39esimo anniversario della creazione della Fao.
Pertini sulla guerra: “L’umanità vuole vivere in pace”
Un lungo applauso ha accolto nella sala plenaria l’ingresso di Pertini e un applauso ancora più lungo, con tutti gli ambasciatori in piedi, ha salutato la fine del suo discorso.
Questo il discorso di Pertini sulla guerra.
«Su tutti i popoli della terra oggi incombe questo tragico dilemma: o procedere insieme sul cammino della vita affratellati tutti in una umana solidarietà, o perire insieme nell’olocausto nucleare.
Ripeto una mia esortazione: i miliardi sperperati per costruire ordigni di morte che, se usati, sarebbero la fine dell’umanità, servano invece per combattere la fame nel mondo. L’umanità vuole vivere in pace non sotto l’incubo della fame e della morte nucleare. Questa volontà è la nostra volontà».
Pertini si è rivolto in particolare ai governi degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. C’era l’ambasciatore americano, non quello sovietico perché l’URSS non è rappresentata nella Fao.
Le parole di Pertini: «Gli statisti che guidano le grandi nazioni protagoniste della vita politica nel mondo non possono non ascoltare l’invocazione di chi non ha pane né acqua, non possono farlo, soprattutto, gli statisti di quelle nazioni uscite da due delle più grandi rivoluzioni liberatrici del genere umano».
Gettare il riarmo tra i rottami della storia
È dovere fondamentale – ha ricordato Pertini – aumentare l’erogazione destinata alla ricerca agricola e da parte dei paesi avanzati accentuare il loro impegno nell’organizzazione o potenziare le strutture nazionali di ricerca dei paesi emergenti.
Non solo a Washington e Mosca ma a tutti, infine, l’invito a “gettare una buona volta dietro le spalle, nel posto che meritano, tra i rottami della storia, la spirale del riarmo, gli sprechi dell’opulenza, le lotte sterili degli imperialismi grandi e piccoli”.
Il ruolo della donna
Aprendo la cerimonia il direttore della Fao Saouma ha messo in rilievo come, nonostante i rilevanti sforzi nell’assistenza ai paesi di nuova indipendenza, una troppo modesta considerazione è stata riservata alla presenza della donna in quello che può essere considerato, in molti casi, il settore principale dell’economia: l’agricoltura.
È per questo motivo che la Fao sta intensificando i suoi sforzi per fare in modo che ogni suo progetto dia pieno riconoscimento ed appoggio al ruolo della donna nella produzione alimentare e nella vita della comunità rurale.
Il presidente del Senegal, Diouf, prima di recarsi alla Fao, era stato ricevuto in Vaticano da Giovanni Paolo II. Con il Pontefice si è intrattenuto per circa mezz’ora a colloquio.
Terminata ieri la visita ufficiale a Roma, Diouf rimarrà in Italia fino a sabato.