Se un minore chiede aiuto

Se un minore chiede aiuto

Troppi minori subiscono violenze fisiche e psicologiche ma al loro fianco troviamo Telefono Azzurro ed Emergenza Infanzia pronti a supportarli

Scoprire, aiutare, curare i minori che hanno subito una qualche forma di violenza è sempre molto difficile, ci si trova davanti a esserini inermi con addosso paura e un grosso carico di dolore; anche i dati non risultano affatto rincuoranti. Va detto che non sono soli e con questo articolo ne presentiamo alcuni tra tanti

Parlare di violenza è sempre un tema estremamente delicato; se da una parte c’è quel desiderio di curiosare, di “spiare” (in termini orwelliani) ciò che ha fatto il bruto, il mostro di turno che – da sempre – ha la capacità immaginifica di attrarre e repellere allo stesso tempo, dall’altro lato della narrazione, si trova la vittima e può capitare si stratti di qualcuno molto giovane.

La sensibilità in merito alle tematiche di violenza e, soprattutto, di quella sui minori non manca nel nostro Paese ma non basta ad arginare una vera e propria piaga che sta corrompendo la nostra società che, o non è capace di risolvere il problema a monte, oppure non crede che si tratti di una priorità. Premettendo che non si può assolutamente immaginare che questa seconda ipotesi possa stare in piedi,  occorre cercare capire cosa può spingere un adulto a perpetrare una violenza (nel 2024) contro un minorenne (in alcuni casi si tratta di vittime molto piccole).

Per cercare di intervenire in modo tempestivo si è attivato il numero di Emergenza Infanzia che risponde a qualsiasi richiesta di aiuto o supporto semplicemente digitando il 114. Questo servizio permette a chiunque di entrare in contatto con un operatore e ha lo scopo di supportare psicologicamente chi ha telefonato e che, verosimilmente, si trova in difficoltà – questo almeno in prima battuta – e allo stesso tempo si preoccupa di attivare un complesso ed efficiente sistema di controllo creando una sorta di “alert” che andrà poi verificato. Un contatto telefonico urgente che va ad agire in modo tempestivo in casi di abusi fisici e sessuali, cyberbullismo, tentativi di suicidio e di autolesionismo ecc.

foto di Victoria da Pixabay

Questo è un ulteriore supporto che si affianca all’azione della nota onlus Telefono Azzurro, alla quale invece si accede digitando il 19696, e che nasce con lo scopo di essere un faro emozionale per minorenni in condizione di difficoltà a causa di situazioni familiari troppo complesse e disagiate da poter essere metabolizzate e/o affrontate in solitaria (tra questi anche molti bambini di età inferiore ai 9/10 anni).

Oltre a questa modalità di accesso al supporto, che prevede che sia stata la vittima – o comunque qualcuno di vicino alla stessa – a chiedere aiuto si può verificare invece il caso della cosiddetta segnalazione in modalità anonima oppure dichiarandosi (quest’ultima, infatti, scatta fornendo le proprie generalità contestualmente alla segnalazione) ed ha lo scopo di arrivare lì dove lo Stato non sembra essere capace di penetrare. Logicamente la segnalazione è una pratica che richiede un minimo di prove nel momento in cui si formulano le accuse (o ai servizi sociali oppure alle forze dell’ordine) che saranno poi controllate. Tutto ciò risulta sempre più necessario per impedire che il “sentito dire” o il pregiudizio – sociale e razziale – parlino per bocca di colui che segnala la violenza.

L’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori, partendo da un’analisi stilata dal Telefono Azzurro, riporta dei dati drammatici: il periodo di riferimento al quale ci si riferisce è il 2022 che ha visto le chiamate inoltrate verso la linea Emergenza Infanzia in crescita rispetto a qualche anno prima (queste sono raddoppiate con un +87% rispetto al 2020 e +99% rispetto al 2018). I più fragili sono gli adolescenti, ma anche nella fascia dei più piccoli cresce il disagio e la sofferenza psichica. Tra le motivazioni delle chiamate, il 58% contatta il servizio di emergenza per disagio emotivo psicologico, il 17% per suicidio, il 14% per atti autolesivi, il 5% per disturbi alimentali. Risulta estremamente interessante il report realizzato da InDifesa di Terres des Hommes – proteggiamo i bambini insieme – che analizza la situazione delle vittime bambine in Italia e nel resto del mondo.

foto di bernd Hildebrandt da Pixabay

Questi dati fanno paura ma ciò che ci dovrebbe far riflettere è che questi bambini meritano di avere un’infanzia serena ed invece, in conseguenza di queste violenze, rischiano non solo di averla persa per sempre ma anche di crescere con una zavorra emotiva troppo grande da gestire. Per questo e molto altro vanno ringraziate tutte le figure professionali e volontarie che supportano il corpo e la mente di questi minori. Sperando che possano andare avanti e finalmente vivere!

Condividi:

Ludovica Cassano