Starmer fa il pieno di consensi e punta al Governo
Ad un anno dalle elezioni britanniche si pensa a chi sostituirà Rishi Sunak e si pensa già ad un governo laburista.
Le elezioni del 2024 britanniche potrebbero fornire un risultato inimmaginabile fino a poco tempo fa. Starmer e il partito Labour puntano, finalmente, ad un ritorno in prima fila per conquistare un governo dopo anni di opposizione, anche grazie ad un maxi progetto estrattivo altamente inquinante e non solo.
La fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea attraverso la procedura di Brexit ci ha progressivamente allontanati dalle vicende del popolo di Sua Maestà; forse ritenute più lontane da noi.
La situazione politica britannica, però, è tutto fuorché fuori dalla nostra sfera di interesse sia perché rimaniamo Stati partner dal punto di vista commerciale e sia perché, anche se non sulla carta, noi dividiamo comunque uno spazio geografico legato da secoli di storia e di vicinanza.
Molto interessante, ad osservare l’attuale situazione politica britannica, è il progressivo incremento di popolarità che sta riscuotendo Sir Keir Starmer un laburista che parla sempre più come un centrista.
Significativa, per inquadrare il personaggio politico, è stata una delle sue ultime apparizioni in un’arena decisamente importante per il pubblico britannico; in “The Co-Op” di Manchester, uno Starmer in grande spolvero ha dato più che certa la propria vittoria alle prossime elezioni (per ora non sono ancora state comunicate le date ma avverranno nel 2024). Talmente tanto ottimista al punto da alludere che non avrebbero comunque potuto realizzare tutto il loro programma nel primo mandato lasciando presagire, senza ombra di dubbio, non solo una vittoria ma – se possibile – anche una riconferma elettorale.
Ciò che ha permesso allo stesso Sir Keir Starmer di realizzare questo “mezzo miracolo” dei numeri in crescita è stata sia la sua presenza che la sicurezza dimostrata nei vari incontri pubblici condotti. Il laburista si mostra come un uomo integerrimo, incorruttibile, attento al popolo e in opposizione a quello che sembra interessare all’attuale Premier. A Sunak infatti vengono rimproverate, sin dal primo giorno di insediamento, la sua ricchezza personale e il conseguente possibile interesse a trattare con lobbisti e uomini di alto profilo economico-finanziario.
Starmer aveva dato prova – già in precedenza – di possedere un’idea di grande cambiamento per il proprio partito anche grazie alle sue posizioni più centriste che avevano fatto aumentare i consensi del +17% già dall’anno scorso.
Era il 2022 a Liverpool quando, in splendida forma, aveva affermato che il partito dei laburisti doveva impegnarsi in vista delle prossime elezioni e far sì che il popolo britannico tornasse a credere in loro. Aveva continuato dicendo che ci sarebbe voluto impegno, dedizione e esempio costante ma che infine avrebbero governato come era accaduto nel 1945, 1964 e 1997, ultimo governo laburista.
Starmer aveva ribadito poi l’impegno verso politiche green (che erano ormai qualcosa di non più procrastinabile o screditabile) e aveva parlato di rivedere, con il supporto della UE, le regolamentazioni Brexit.
Dalla sua parte ha ottenuto senza ombra di dubbio dei risultati (in termini di consensi) che non venivano incassati dal suo partito dai tempi di Tony Blair. Si parla del lontano Labour Party del 1997 dove il suo partito aveva ottenuto risultati similari ed era riuscito a governare per ben tre mandati consecutivi (1997, 2001 e 2005) mentre dal 2010 in poi l’Inghilterra aveva avuto solo Primi Ministri conservatori.
Si cerca di capire quale sia la sua carta vincente e si ipotizza che possa essere stata anche il suo smarcarsi dal referente più estremista tra i laburisti, Jeremy Corbyn; distanze prese sia rispetto alle posizioni inglesi in riferimento all’invasione russa in Ucraina (Starmer aveva definito Putin come invasore che non poteva essere giustificato e, quindi, andava fermato) e sia ponendo l’attenzione sulle incongruenze dei conservatori.
Dobbiamo dire che l’attuale Primo Ministro britannico Rishi Sunak e il suo governo a trazione conservatrice sta, con i suoi ministri, volutamente trasgredendo – tra l’altro – gli impegni internazionali sottoscritti sul clima. Uno dei motivi principali del successo di Starmer e dei laburisti, infatti, può essere stato una diretta conseguenza dell’atteggiamento propositivo che Sunak sta adottando nei confronti di un maxi progetto di estrazione di gas e petrolio (nome in codice Rosebank) nel Mare Del Nord.
Il sito prescelto è il Nord della Scozia – nello specifico si tratterà delle Isole Shetland – e si ipotizza una capacità estrattiva dai 300 milioni ai 500 milioni di barili di petrolio con una emissione stimata di circa 200 milioni di tonnellate di CO2 rilasciati nell’ambiente. Quindi tutto sembrerebbe fuorché un progetto incline alla de-carbonizzazione richiesta dai trattati internazionali e appoggiata dallo stesso governo conservatore inglese, quindi dallo stesso Sunak (che appare sempre più incongruente e volto ad interessi della classe più benestante della popolazione britannica).
A cosa si stanno appellando gli “avversari” di Starmer? Per giustificare questo maxi progetto estrattivo il Governo di Sunak ha fornito tre principali motivazioni: rendere meno schiava l’Inghilterra da potenze tiranniche (riferimento poco velato alla Russia), la possibilità di incrementare l’occupazione e l’abbassamento del prezzo del petrolio.
Sir Keir Starmer sta facendo leva su questi tasselli (credibilità e rispetto della parola data) per far virare il trend che ha caratterizzato le ultime elezioni europee.
La nostra attenzione, perciò, continuerà ad essere più che focalizzata sui nostri vicini oltre Manica perché potrebbero essere il faro verso una politica di centro-sinistra rispetto a quelle che si sono affermate nell’ultimo periodo in Italia e intorno a noi.