Stefano Mancuso, “La nazione delle piante”
Stefano Mancuso – è lui stesso a dirlo – ama le piante. Intelligenti, democratiche, sensibili e cooperative fanno della Terra, la culla della vita. Genitrici primordiali dell’esistenza per come la conosciamo noi oggi. Saggio sopraffino di “tecnologia naturale” e di società a-burocratica.
Il libro scorre, ironico e diretto, tra argomenti di cultura generale e di ambito scientifico. Mai banale e assolutamente politically un-correct, Mancuso – direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell’Università degli Studi di Firenze, membro fondatore dell’International Society for Plants Signaling & Behavior e socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili – si fa portavoce della comunità verde identificandola come unica opportunità di salvezza per il futuro della specie umana, messo a repentaglio dagli attuali cambiamenti climatici.
E quale parola migliore di quella costituzionale? Così, La nazione delle piante prende la forma di un’ideale Costituzione: otto gli articoli che la compongono, corredati da chiarimenti e commenti arguti, sintetici e puntuali. Ne viene fuori il quadro di una civiltà che, se fosse di natura antropica, guadagnerebbe sicuramente l’appellativo utopica, ma che, proprio in virtù dell’essere quotidianamente sotto gli occhi di tutti, diventa un traguardo verso cui correre.
Con la proattività tipica di ogni scienziato, l’autore immagina città ricoperte di erba, alberi e fiori, e sottopone al lettore l’urgenza di un poderoso e globale investimento in attività di rimboschimento. La vita senza le piante è impensabile: proteggerle significa difendere le sorti del nostro destino e, imparando da loro, dovrebbero essere concepiti nuovi modelli di abitare.
Casa editrice: Editori Laterza
Pagine: 139
Prezzo: 12,00 €