Ucraina-Russia-Usa. “La posta in gioco è sempre più alta”
La tensione cresce e l’ora della verità si fa sempre più vicina. Dopo che il Washington Post ha dichiarato che la Russia starebbe pianificando un’invasione dell’Ucraina, USA e UE hanno espresso chiaramente il loro dissenso. Ma cosa c’è dietro a un’ipotetica offensiva militare russa? Cosa provocherebbe? Che ruolo ha l’America in tutto questo? E come dovrebbero comportarsi gli altri Paesi? Arne Kislenko, esperto di relazioni internazionali, spiega cosa comporterebbe un’invasione dell’Ucraina
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Lo scorso 3 dicembre, il Washington Post titolava: “La Russia sta pianificando una massiccia offensiva militare contro l’Ucraina che coinvolge 175.000 soldati, avverte l’intelligence statunitense”. Fondandosi su un documento dei servizi segreti americani – condiviso proprio con il periodico – l’articolo lanciò l’allarme in tutto il mondo dello spostamento di diverse truppe russe al confine con l’Ucraina. A provarlo, diverse fotografie satellitari che mostrano le forze russe in quattro diverse località. La causa della possibile invasione risiederebbe nel bisogno di garanzie, da parte della Russia, che l’Ucraina non entri a far parte della NATO e che l’Alleanza si astenga da alcune attività militari all’interno e intorno al territorio ucraino. Secondo quanto riportato, l’offensiva potrebbe concretizzarsi agli inizi del nuovo anno.
Da subito, il mondo diplomatico e politico europeo ed americano si sono mobilitati, facendo fronte comune contro la “linea rossa”. In prima linea, il presidente americano, Biden, confrontatosi con diversi capi di Stato europei – fra questi anche con Draghi – e con lo stesso Putin, ha dichiarato che, ad un’azione russa, seguiranno “sanzioni economiche mai viste prima d’ora”. Con lui, l’Unione Europea e altri Stati dell’Europa.
Lo scorso 15 dicembre, il Cremlino ha fatto un passo indietro, inviando a Washington e alla NATO una proposta di pace composta di nove articoli. Tra le misure proposte ci sarebbero l’assicurazione da parte degli USA di non espandere ulteriormente l’Alleanza Atlantica, specialmente ai Paesi che componevano l’ex Unione Sovietica. Nel testo, inoltre, si prevede che le parti non ricorrano all’utilizzo delle armi nucleari al di fuori del territorio nazionale e l’istituzione di una hotline fra Mosca e Washington.
La NATO si è detta favorevole al dialogo solo dal momento in cui il Cremlino prenderà misure per allentare le tensioni.
Ma qual è il peso dei recenti avvenimenti a livello internazionale? Per fare chiarezza, ho parlato con Arne Kislenko, esperto, fra le tante cose, di relazioni internazionali, sicurezza nazionale, politica Estera americana, storia della Russia e Guerra Fredda.
Quali sono le ripercussioni delle accuse americane sulle relazioni fra Stati Uniti e Russia?
“È chiaro che l’amministrazione Biden stia cercando di lanciare il messaggio a Mosca che qualsiasi ulteriore azione russa palese in Ucraina sarebbe accolta con un’azione concertata da parte degli USA e, presumibilmente, dei loro alleati della NATO. Oltre alle sanzioni economiche, per alzare la posta in gioco, ha fatto riferimento anche a una ridistribuzione delle truppe NATO in Europa. Le sanzioni economiche hanno già influito negativamente sull’economia russa, in particolare su alcuni oligarchi del Paese. Questi ultimi potrebbero consigliare a Putin di stare attento ad un’ulteriore escalation. Questo e le accuse piuttosto schiette di interferenza russa, inaspriranno ulteriormente le relazioni fra i due Paesi, che già sono ai minimi. È importante, però, tenere a mente l’importanza del lavoro dietro le quinte di quei diplomatici professionisti che lavorano per trovare una mediazione. La “sciabola” su entrambi i lati non è buona cosa, certo, ma non significa che il conflitto è inevitabile”.
In che senso “le relazioni sono già ai minimi”?
“Alcuni esperti potrebbero sottolineare che la Guerra Fredda non è mai veramente finita. Poiché gli Stati Uniti sono visti come la potenza vincitrice, la Russia è sempre stata considerata come un potere secondario o subordinato. Con questo non voglio legittimare la Russia, ma piuttosto chiarire che molte persone in Occidente hanno una visione un po’ comica del Paese: è sempre vista come “il cattivo ragazzo”, molto simile ai personaggi russi nei film. Dopo la Guerra Fredda, il Paese era economicamente distrutto, politicamente polarizzato e, in termini di potenza militare e politica Estera, piuttosto anemico. Per questo Putin ha un sostegno così forte: perché rappresenta una voce russa indipendente, forte e orgogliosa.
Alcuni potrebbero sostenere che gli USA non si sono mai concentrati sulla Russia come avrebbero dovuto, alimentando così alcune delle insicurezze che ora Putin rivendica. La Russia sa di avere petrolio e gas di cui l’Europa ha disperatamente bisogno, quindi non ha paura di atteggiarsi in questo modo”.
Cosa possiamo trarre dall’incontro fra Putin e Biden?
“Entrambi, ora, sono consapevoli della posta in gioco ancora più alta. Anche se potrebbe sembrare conflittuale, a volte, rendere chiara la propria posizione può avere effetti positivi.
Sia sotto Obama che con Trump, la politica Estera americana nei confronti della Russia è stata piuttosto inefficace e disorganizzata. È probabile, quindi, che Biden stia cercando di affrontare questo in qualche modo. La Russia non vuole essere temuta, al contrario, vuole essere rispettata come potenza globale. Putin lo vuole e, sebbene le sue azioni siano indifendibili, possono essere comprese in questa prospettiva.
Putin è più convinto che mai che l’Ucraina sia, in effetti, territorio russo e vede gli aiuti militari degli ultimi anni di Washington a Kiev come una grande azione offensiva. E i media russi non fanno altro che enfatizzarlo. Ma fino a che punto è disposto a spingere questo concetto?”
Cosa dobbiamo aspettarci in gennaio?
“Credo che assisteremo ad un aumento considerevole degli schieramenti militari russi. Putin sta cercando di attirare l’attenzione Occidentale su sé stesso e, contemporaneamente, distogliere l’attenzione interna su questioni importanti, come la pandemia. 75.000 soldati in posizione sono spaventosi, ma non tanto quanto 175.000. Questo susciterà un allarme tremendo. Probabilmente crede di poter negoziare più efficacemente le concessioni. Se le cose si facessero ancora più tese, rischieremmo di vedere lo stazionamento delle truppe NATO in Ucraina. Si tratterebbe di un’escalation molto controversa e pericolosa”.
Si rischia una nuova Guerra Fredda?
“Contrariamente alla credenza popolare, la storia non si ripete. Tuttavia, stiamo vedendo molto chiaramente un nuovo ordine mondiale in gran parte basato su alcune delle stesse tensioni.
Putin è un uomo notoriamente complesso e difficile, e per molti aspetti appare più come un dittatore o uno zar. È certamente anche autoritario, ma non è uno stupido e, almeno fino ad oggi, non ha agito come un pazzo. Bisogna comprendere la sua logica e la posizione internazionale.
Gli Stati Uniti, d’altro canto, devono capire che non sono l’unica potenza al mondo e che il loro potere non è illimitato. Al contrario, è calato: danneggiato da guerre senza successo e da un leader divisivo come Trump. La realtà è che altri Paesi, come la Cina e la Russia, non faranno più semplicemente quello che gli USA vogliono”.
Cosa comporterebbe un’invasione dell’Ucraina?
“Dipende molto da come e dove questa avverrebbe. Presumendo che si tratti di una vera e propria invasione russa, il mondo condannerebbe presto gli attacchi, procedendo con sanzioni alla Russia e aiuti all’Ucraina. Nel 2014, Putin ha fatto di tutto per nascondere l’intervento militare russo in Crimea, spacciandolo come fatto dai separatisti.
Credo che una grande potenza come gli Stati Uniti farà di tutto per evitare il confronto diretto con la Russia, una potenza grande e con armi nucleari, e lo stesso vale per gli altri Paesi”.
E la Cina?
“Con la possibilità di veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, potrebbe rifiutarsi di sanzionare le misure contro la Russia sostenute dall’Onu, costringendo, così, gli americani e i loro alleati ad agire da soli. Credo che la Cina non sosterrà nessuna azione contro la Russia, perché teme la stessa reazione, nel caso in cui intraprendesse un’azione simile a Taiwan e in altri Paesi”.
Che cosa significherebbe una guerra?
“Vorrei sottolineare l’ovvio: in caso di un conflitto allargato in Ucraina, a pagarne il prezzo sarebbero i civili di tutte le parti. Dobbiamo capire cosa significa lo spettro della guerra al di là delle banalità e della geopolitica. Significa sofferenza e morte. Speriamo che Putin e gli altri possano ragionare in qualche modo, evitando quello che alla fine sarà un conflitto senza senso”.