Un progetto provocatorio pensato per le donne

Un progetto provocatorio pensato per le donne

Nasce nel Centro Italia un piano di welfare aziendale per le lavoratrici

“Senza chiedere permesso” è il bando promosso dal Comune di Modena per sostenere il lavoro femminile. Le domande sono presentabili fino al 5 aprile.

 

Orario elastico, annualizzazione dell’orario di lavoro, il part time e il lavoro condiviso, lavoro a distanza o smart working sono le misure innovative incluse nel bando “Senza chiedere permesso”- Azioni di conciliazione Lavoro e Vita, promosso dal Comune di Modena. Il progetto, spiega Grazia Baracchi, Assessora alle Pari Opportunità del Comune, nonché promotrice dello stesso, “pone l’attenzione sul lavoro femminile e ha l’obiettivo di conciliare vita professionale e privata delle lavoratrici attraverso delle soluzioni concrete di welfare aziendale. Mira, inoltre, a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio, favorendo l’accesso al lavoro, ai percorsi di carriera e alla promozione di progetti di welfare aziendale”.

Il capofila del progetto è il Comune di Modena, tuttavia sono innumerevoli i partners che hanno condiviso il suo sviluppo, sinergia di enti redditizia. Il progetto ha ottenuto, infatti, un finanziamento dell’80%, pari a trentaduemila euro, dalla Regione Emilia Romagna e un cofinanziamento di otto mila euro da parte dell’amministrazione comunale, che ne ha riconosciuto l’innovatività e la validità, dato l’obiettivo ultimo di tutela delle lavoratrici e di sostegno della loro parità nell’economia, in particolare il miglioramento delle condizioni di lavoro nelle piccole imprese.

L'Assessora Baracchi

Un’idea che nasce dall’asimmetria nella gestione dei carichi familiari all’interno della società. L’Assessora Baracchi spiega, appunto che, “sebbene nell’ ultimo ventennio sia fortemente aumentata la partecipazione delle donne al mondo del lavoro e l’attività professionale remunerata sia progressivamente divenuta parte integrante dell’esistenza femminile, il rapporto tra la distribuzione dei compiti e delle responsabilità tra i due generi continua a riproporsi sostanzialmente con le stesse caratteristiche del passato”.

Nell’Audizione pubblicata il 27 settembre 2017 da Giorgio Alleva, Presidente dell’Istat, relativa all’indagine conoscitiva sulle politiche in materia di parità tra uomini e donne in ambito professionale, la disparità di genere riguarda anche la condivisione dei carichi familiari. Nell’indagine effettuata, infatti, è emerso come le donne tra i 25 e i 49 anni presentino un sovraccarico di impegni famigliari e professionali rispetto agli uomini: il 54,1% delle donne occupate svolge oltre 60 ore settimanali tra lavoro retribuito e/o famigliare, contro il 46,6% degli uomini. Una sperequazione che si estende anche alla partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e che vede un maggior coinvolgimento nello stesso da parte delle lavoratrici che vivono sole (81,1%), per scendere a un 70,8% per quelle che vivono in coppia mentre il 56,4% per le madri.

Il progetto” – spiega Grazia Baracchi– “tenta di dare una risposta a questi problemi. La difficoltà a conciliare vita e lavoro, infatti, non è solo un prezzo pagato dalle donne, ma anche un costo a carico delle aziende in termini di perdita di risorse e di professionalità”.

Il bando, infatti è rivolto alle imprese, micro-imprese, libere professioniste, organizzazioni, associazioni e prevede tre linee di intervento: una rivolta alle aziende per attivare nuove soluzioni organizzative a favore dei propri dipendenti, una seconda rivolta a liberi professionisti e micro imprese con massimo dieci dipendenti, mentre la terza è indirizzata a imprese e organizzazioni che avviino servizi innovativi a favore della conciliazione tra lavoro e vita privata delle lavoratrici. Un bando che concede dei finanziamenti alle micro imprese, volto all’attuazione di misure concrete per le donne, in particolare supporto alla maternità e ai lavori di cura, come gestione dei permessi e lavoro flessibile e organizzazione di servizi e attività a carattere innovativo, ad esempio aiuto nella gestione

degli impegni, mobilità condivisa, supporto nelle attività domestiche. Proposte, spiega l’Assessora Baracchi, valutate e soggette a monitoraggio e accompagnamento da una commissione di specialisti sul tema trattato.

Un titolo non casuale ma specchio della società passata e attuale. “Senza chiedere permesso” è una provocazione verso quel sistema professionale in cui il diritto del lavoratore, in particolare le donne, viene meno di fronte a una produttività alta dell’azienda di cui fanno parte. Permessi per una visita medica, permessi perché il bimbo si è ammalato e non ho nessuno che mi aiuti, permessi per un’uscita anticipata… .Nelle realtà, dove strumenti per favorire l’equilibrio tra tempi di vita personale e tempi di vita lavorativa sono un patrimonio condiviso, si parla sempre più di diritti e meno di permessi. E la ricerca testimonia che sia il clima relazionale sia la produttività dell’azienda ne traggono beneficio.

 

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Paola Sireci